La scelta di Ursula

“In una economia sociale di mercato come quella europea chi lavora a tempo pieno deve avere un salario minimo che garantisca una vita dignitosa e per questo lavoreremo con un quadro generale di riferimento”.

Questa pare essere stata la frase chiave che la neo presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha pronunciato davanti al Parlamento e che ha sbloccato una situazione che stava diventando davvero pesante. L’hanno votata i gruppi più europeisti e antisovranisti: dal Ppe, al Pse, passando per i liberali e isolando le due componenti italiane di destra, Lega e Fratelli d’Italia.

Ursula, così, è tutta concentrata sul come poter rimodellare le politiche concrete portate avanti dalla Commissione. In più, l’isolamento dei due partiti di destra italiani è - forse - il segno palese che qualcosa sta cambiando e che si preferisce l’operoso lavoro costruttivo allo strepitío mediatico fine a se stesso.

Anche perché l’aver raccolto il pressante invito che la rappresentanza del M5S ha avanzato e che è racchiuso tutto in questa frase potrebbe aver aperto il terreno antisovranista per gli esecutivi nazionali, Italia in primis. Infatti questo è un altro tassello posto in direzione della sostituzione della parte verde del nostro Esecutivo, che si è fatta del tutto isolare con un pervicace sovranismo che è il vero sconfitto della partita. Infatti pare essere proprio il tema della libera circolazione delle maestranze nel continente (sempre più giovani stanno prendendo questa direzione) il vero banco di prova che, in parallelo con la circolazione delle merci, la nuova Commissione metterà sul proprio tavolo di azione.

Una omologazione delle normative in materia di lavoro e come sarà modellata l’univoca dote previdenziale che - quando si sposterà di Paese in Paese - ogni maestranza porterà con sé sembrano essere diventate il mantra destinato a prendere sempre più piede a Bruxelles.

Aggiornato il 17 luglio 2019 alle ore 11:10