Politica liberale: molte domande, qualche risposta

Ci raccontano in tivù che l’alternativa politica di oggi, come sempre accade, sia tra il Vecchio e il Nuovo. Ma sarà davvero così? Anzi, meglio, la domanda che sorge spontanea è: qual è il Vecchio e quale il Nuovo?

Il metodo liberale è il vecchio e lo statalismo è il nuovo? La democrazia è il vecchio e l’autoritarismo è il nuovo? La libertà è il vecchio e l’arbitrio è il nuovo? Il federalismo europeo è il vecchio e il sovranismo nazionale è il nuovo? Il Parlamento è il vecchio e il populismo è il nuovo?

L’uguaglianza è il vecchio e l’omologazione è il nuovo? La gentilezza è il vecchio e la rudezza è il nuovo? La bontà è il vecchio e l’odio è il nuovo? Il relativismo è il vecchio e l’assolutismo è il nuovo? L’impresa personale è il vecchio e l’assistenzialismo è il nuovo? Gli ideali sono il vecchio e il cinismo è il nuovo?

“Chi cerca di realizzare il paradiso in terra, sta in effetti preparando per gli altri un molto rispettabile inferno”, asseriva Paul Claudel con laica lucidità. Questa frase è, forse, una delle sintesi più suggestive e raffinate con cui si è soliti spiegare, in modo semplice, la complessità del pensiero e del metodo liberale. Tanto più che ben si adatta alla consapevolezza dei limiti umani di ciascuno di noi.

Ma andiamo per ordine: l’aforisma di Claudel ci fa comprendere, innanzitutto, che la pretesa umana di realizzare astratti paradisi terrestri porta sempre a conflitti e rigidità tali da provocare disastri. Le imperfezioni e i difetti, invece, appartengono al mondo liberale. Nel senso che trovano cittadinanza proprio in una visione liberale della società e sono riconosciuti come possibili, a volte addirittura come concreti obiettivi, dalla pratica e dalla politica liberale. Perché il pensiero liberale è una filosofia, non un dogma.

Il pensiero liberale si fonda – da sempre  sulla capacità di ciascuno di migliorare, sulla possibilità di correggere gli errori superando i vecchi limiti o imparando a rispettarli. È proprio questo ciò che mi ha sempre colpito della cultura liberale, come metodo e come politica: la forza di farci comprendere i nostri limiti e di saperli rispettare, oltre che superare, per diventare migliori rispetto a noi stessi e non contro gli altri. Anzi, di più: un liberale, un libertario, un corsaro non conosce limiti, ma li rispetta. insomma, dalla politica liberale e radicale ho imparato che dentro una concezione liberale del mondo - sempre nel rispetto della persona e dello Stato di diritto - possono trovare cittadinanza i difetti, le imperfezioni e gli errori. Invece, in una visione ideologica, totalitaria, integralista, fanatica, dogmatica o assolutista, questo non è possibile: la condanna cala non sull’errore, ma sulla persona. E il peccato diventa reato. La differenza sta nel fatto che, in un sistema liberale, i difetti e gli errori si correggono o almeno si tende e si tenta di correggerli mentre, in un sistema assoluto o autoritario o illiberale, i giudizi affibbiati restano addosso alle persone come un pregiudizio. E sono definitivi. Mi vengono in mente, allora, le mille battaglie nonviolente di Marco Pannella contro ogni tipo di violenza, la lotta senza quartiere nei confronti di tutte le pratiche illiberali dettate dai fondamentalismi religiosi o ideologici, l’ostinazione di Emma Bonino (anche) nel tentativo concreto di debellare l’orrenda pratica delle mutilazioni genitali femminili, l’impegno di Emma con e per le donne africane, l’attenzione per le questioni legate al clima e all’ambiente, il suo lavoro politico per le imprese italiane oltre i confini nazionali per rafforzare il commercio con l’estero. E poi, la mano tesa ai detenuti, agli ultimi, ai diseredati, ai malati. Laicamente.

È come se, in ogni nuova battaglia politica, un Corsaro interiore dicesse: non c’è libertà senza giustizia e non c’è giustizia senza libertà. I diritti umani e civili, come pure i doveri di ciascuno, vanno conosciuti, riconosciuti e conquistati. Quindi, rispettati. Poi, si sa, ci sono anche i limiti umani, che però si possono superare con la forza interiore, con l’umiltà, con l’amore, con l’impegno.

Da Radicale, ho sempre creduto che i limiti possano cambiare. Come? Con lo studio, con la preparazione, con gli altri, con il dialogo, con il dubbio, con la conoscenza: millimetro per millimetro, giorno per giorno.

Aggiornato il 16 luglio 2019 alle ore 14:56