Tajani: “Sassoli perbene ma elezione frutto ingerenza Stati”

giovedì 4 luglio 2019


Antonio Tajani rivendica la “scheda bianca” di Forza Italia durante il voto di David Sassoli alla guida dell’Europarlamento. Tajani, intervistato dal Corriere della Sera, si dice, comunque, “contento che ci sia un italiano alla presidenza del Parlamento europeo. David Sassoli è una persona perbene che stimo. Però Forza Italia ha votato scheda bianca perché non si può votare contro un italiano, ma non era giusto votare un socialista”.

L’ex presidente forzista dell’Europarlamento sostiene di avere “sempre difeso l’autonomia del Parlamento europeo. La mia elezione non è stata il frutto di un accordo imposto dagli Stati membri. Mentre l’elezione di Sassoli è il risultato di un accordo che prevedeva anche la presidenza del Parlamento Ue. C’è stata un’ingerenza del Consiglio europeo che ha indebitamente detto chi dovesse essere il presidente e per quanto tempo”.

Per Tajani, quella che definisce ‘ingerenza degli Stati’, “non è un messaggio positivo per i cittadini. Anche l’Italia è compartecipe di questa decisione. Dunque, non ci possono essere lamentele in Italia”. Secondo l’ex presidente del Parlamento Ue, il rischio scampato di una procedura d’infrazione “non deve servire ad aumentare il debito pubblico e a ricominciare daccapo. Bisogna lavorare per ridurlo, far ripartire la crescita e portare avanti una politica industriale. L’Italia ora in Europa può aspirare a un commissario economico, così come avrebbe dovuto fare anche il governo Renzi”.

Tajani ora si dedicherà alla presidenza della commissione Affari costituzionali.  “Lavorerò su Brexit e su un grande progetto di riforma dell’Europa che così com’è non va bene. Gli Stati membri hanno troppa influenza e l’egemonia della trazione franco-tedesca non è accettabile. Bisogna vedere più protagonisti sul palcoscenico. Le regole decisionali vanno cambiate. L’unanimità rappresenta un blocco. Però bisogna continuare a guardare ai Balcani e non chiudere loro le porte. Altrimenti, al posto dell’Ue si muovono Russia, Cina e Turchia”.


di Duilio Vivanti