Zingaretti alla direzione Pd: “È tempo di ricostruire tra noi clima di fiducia”

martedì 18 giugno 2019


Nicola Zingaretti, parlando alla direzione del Pd, promette unità in nome dell’alternativa a Salvini. Il segretario ha parlato di “ossessione per l’unità”. È convinto che non si debbano affossare “i primi segnali di ripresa del partito. L’azione deve essere rivolta tutta all’esterno, dove c’è una situazione di pericolo per l’ascesa della destra”.

Secondo il governatore del Lazio non si tratta di “un appello ai buoni sentimenti, ma la costruzione di una linea politica. Sento su di me tutta la responsabilità di proporre un intervento per ricreare un clima di fiducia e per combattere le nostre battaglie”.

Per Zingaretti, “il governo fondato sul patto scellerato Lega-M5s di fatto non c’è più, non so quanto durerà. Il dominus del campo a noi avverso è Salvini. La Lega è una forza illiberale, nel suo cuore padronale, ma popolaresca nei modi. Una forma originale europea per alcuni versi peggiore del peronismo. È la forza della diseguaglianza sociale”.

Il leader dem ha affrontato il rapporto tra maggioranza e opposizione all’interno del partito. “Nella formazione della segreteria – ha detto – non c’è stata alcuna volontà di esclusione, che sarebbe stata in contraddizione con la ricerca della condivisione di cui ho parlato all’inizio. Abbiamo valutato collegialmente che non esistevano le condizioni politiche per un pieno coinvolgimento delle minoranze”. Zingaretti ha rimandato alla formazione dei dipartimenti e dei forum tematici il possibile coinvolgimento delle minoranze.

Quanto alla bufera sul Csm per il segretario si tratta di “un passaggio molto delicato. Ho ringraziato Lotti perché anche se non indagato ha deciso di autosospendersi. Ma i fatti del Csm minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, offrendo un quadro inquietante che necessita ora una iniziativa politica. La magistratura faccia il suo lavoro; bisogna definire il confine tra politica e magistratura. La politica ha il diritto di concorrere alla composizione del Csm, come previsto dalla Costituzione, può avere un’interlocuzione, ma non interferire sul suo funzionamento”.

Nel caso Csm “non c’è nessun indagato del Pd, prevale la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva. Ogni tentativo di processo sommario sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto, lo abbiamo chiarito. Al tempo stesso abbiamo ribadito che mai il partito ha dato a nessuno il compito di occuparsi di assetti di uffici giudiziari”.

Sul Csm “siamo pronti a fare la nostra parte. Serve una nuova legge elettorale che limiti il peso delle correnti”. Zingaretti ha ipotizzato di “selezionare nella prima fase un numero significativo di candidati e un secondo turno su base nazionale. Le modifiche si possono fare subito, ma no a modifiche pericolose del titolo quarto della costituzione: l’autonomia della magistratura va salvaguardata a tutti i costi”.

Dopodiché, il leader dem si proietta al futuro. “Partiremo per un viaggio nelle fabbriche e nei luoghi della crisi e anche in quelli della creatività in Italia. Penso ad un grande meeting da tenere a Bologna dopo l’estate per presentare le idee per l’Italia e il nostro piano. Il tema della giustizia sociale deve tornare a essere centrale nel nostro movimento. Non solo per accorciare le distanze sociali, ma per rendere il Paese più sereno e più unito. Noi siamo per costruire un campo plurale e largo per l’alternativa alla destra, quello che ci ha fatto vincere in grandi Comuni. Il Pd è il pilastro di questo campo, una forza unitaria, ma essa stessa unitaria, capace di far convivere al suo interno diverse culture e orientamenti, ma anche associazioni e movimenti. Il partito da costruire dovrà essere radicalmente diverso da quello che abbiamo, con una fase costituente nei territori. Servirà specialmente nel Mezzogiorno”.

Per Zingaretti, “il tempo stringe, serve il contributo di tutti. Dopo il confronto dovremo lavorare uniti. Sento su di me il peso della ricostruzione di un grande soggetto plurale e unitario al servizio della repubblica. Non abbandoniamo la vocazione maggioritaria, ma per avanzare una proposta all’insieme della comunità nazionale. Non poniamoci il banale dilemma a chi dobbiamo parlare. Dobbiamo parlare a tutti”.

Plaude al segretario l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. “Bene Zingaretti – sostiene – che chiede unità e apertura Al Paese non interessano le liti interne ma il lavoro, la sanità, la scuola Costruiamo insieme un’alternativa credibile alla destra peggiore di sempre!”.

Lorenzo Guerini, uno dei leader della minoranza, intervenendo alla direzione del Pd, coglie “l’invito di Zingaretti alla responsabilità comune. La mia attenzione è sempre stata sul metodo, mettiamo da parte le discussioni sul passato, non possiamo continuare la discussione su quello che è stato. L’egemonia di Salvini ci impone una discussione sul futuro. Io credo che questa egemonia non cadrà ed è l’orizzonte sul quale ci dobbiamo confrontare. Per questo il nostro profilo ed il nostro progetto vengono prima, non dobbiamo superare il nostro carattere, il Pd è la casa dei riformisti. Le parole del segretario tengono conto del dibattito e del confronto dell’ultima settimana. Con il risultato delle amministrative abbiamo registrato una regressione delle città conquistate ma anche vittorie significative. Il crollo del M5s è un fatto positivo perché va oltre il dato locale”.

Intanto, l’eurodeputato dem Carlo Calenda, intervistato dal Corriere della Sera, lancia l’idea del governo ombra e invita all’unità. “Dopo aver lavorato uniti per le Europee – ha detto – dal giorno successivo, come nel film Il giorno della marmotta, si ricomincia con le stesse liti dei tempi di Renzi segretario. Non se ne può più”.

Per l’ex ministro dello Sviluppo Economico, “noi possiamo assumere due prospettive. Rinunciare a coordinarci e quindi dire che il Partito democratico sarà un caos da adesso fino alla fine dei suoi giorni, che a quel punto saranno molto vicini, oppure dire che proviamo a rilanciarlo. E come? Come in Inghilterra, con un governo ombra il cui premier è il segretario o il presidente del partito, nel caso specifico, che coordina l’opposizione e le proposte di rilancio del Paese”.

Secondo Calenda, “in questo gabinetto ombra ci devono essere persone che abbiano esperienza ma anche visibilità pubblica perché purtroppo l’opposizione non si fa solo in Parlamento ma anche sui mezzi di informazione. Persone che si vedono una volta ogni due settimane per coordinarsi”. Dunque, alla sua guida Calenda vede Paolo Gentiloni. In un colloquio con Il Messaggero, inoltre, Calenda ribadisce: “I dem si comportano come l’asilo Mariuccia, noi litighiamo e Salvini ci sta portando fuori dall’Europa”.

Lo stesso Gentiloni, presidente del partito, ha annunciato alla direzione che il 13 luglio si terrà l’Assemblea nazionale del Pd.


di Manlio Fusani