Csm: mi manda Picone

martedì 18 giugno 2019


C'era una volta la separazione di poteri. Ma oggi per entrare dalla porta di servizio di Palazzo dei Marescialli è sufficiente pronunciare la parola d'ordine "Mi manda Picone". Anche se, per ora, non si conosce l'identità di questo Carneade, è lecito però porsi la seguente domanda: qual è l'investitore (cioè, colui che ha il potere di investire di un mandato speciale un quisque de populis) che ha autorizzato un politico di secondo rango a trattare niente di meno che le nomine dei più importanti procuratori capo degli uffici giudiziari territoriali italiani? E a quale titolo, in spregio alla Costituzione, si muovono l'uno e l'altro? Da più parti si risponde: "Così fan tutti e così si è fatto dal 1948 in poi". Questo vuol dire che l'Esecutivo comanda anche là dove espressamente non dovrebbe, nominando e piazzando uomini di propria fiducia nei posti chiave riservati al controllore indipendente, che valuta anche i reati (commessi o da commettere nei confronti dei quali un sorvegliante compiacente farà scadere termini o procederà a tempestive archiviazioni..) dei controllati politici  ai quali si è debitori a vita di favori e carriere. Ho sentito qualche scettico inguaribile dire che se si dovesse applicare letteralmente la "Spazza-corrotti" (ma non c'era un termine meno trash?) allora si dovrebbe tenere in galera mezza popolazione italiana.

In pratica, è come il grumo irrisolto e irrisolvibile dell'inconscio: ognuno si porta dietro una parte malvagia accuratamente blindata all'interno della sua chiocciolina vitale. Perché, forse, dico io, la cattiveria è un ingrediente ineliminabile dello spirito di sopravvivenza. E se poi dovessimo fare agire un Trojan (assonanza un po' sporcacciona, non trovate?) in ciascuno delle decine di milioni di telefonini in possesso di infanti, giovani, adulti e vecchiardi italiani, allora, tranne qualche santo vero finiremmo tutti davanti al giudice. Vedrete (Xi e il suo "Stato di sorveglianza" docet) tra un po', magari con il 5G, tutti i nostri peccatucci veniali e soprattutto mortali saranno ben custoditi nelle casseforti digitali remote di qualche astuta major della Silicon Valley, soprattutto nel caso che quel fantastico funambolo di Zuckerberg riuscisse a far digerire ai miliardi di individui che si trastullano in Facebook la sua nuova moneta digitale (la Cina già lo fa, non crediate!) sul prototipo dei bitcoin che, ormai, sono un ferrovecchio arrugginito a causa della loro estrema volatilità. Ma veniamo a noi: si possono tagliare le mani a Picone e ai suoi intruder? Visto che repetita iuvant (almeno a me, per razionalizzare la mia giusta ira) torno a un'antica passione: la riforma rivoluzionaria della P.A. a Costituzione invariata.

Basta creare un Albo Speciale per i dirigenti pubblici (i magistrati lo sono!) in cui sia un'Autorità esterna, tramite un punteggio numerico assegnato "oggettivamente" sulla base di un set di parametri stabiliti dall'organo di autocontrollo, a fissare periodicamente il rispettivo "ranking" con aggiornamento annuale delle posizioni in elenco in base ai nuovi punteggi acquisiti. All'autorità spetta poi sovrintendere alla procedura di "matching" tra  incarichi disponibili e posizioni individuali all'interno dell'Albo. Per la procedura di assegnazione, una volta recepite in assoluta trasparenza le domande degli iscritti all'Albo l'aggiudicazione del relativo incarico è automatica da parte dell'Autorità, in base al punteggio più alto o al sorteggio a parità di merito. Così sistemeremmo a dovere Picone e la Costituzione sarebbe integralmente rispettata. Ciliegina sulla torta: immaginate di estendere il suddetto modello meritocratico, indipendente e imparziale a tutti gli incarichi apicali nello Stato e nella pubblica Amministrazione, compresi le nomine ai vertici delle Asl e delle Aziende pubbliche. Pensate che gli intruder da una parte e dall'altra sarebbero contenti? Loro no, ma Voi si!

 

 


di Maurizio Bonanni