Forza Italia, Toti: “Berlusconi benedica il sistema primarie”

martedì 11 giugno 2019


Il dibattito all’interno di Forza Italia entra nel vivo. Dopo il deludente risultato delle Europee (8,79 per cento) e i pessimi sondaggi di ieri (il Tg La7 accredita Fi del 6,3, raggiunta da Fratelli d’Italia) è arrivato il tempo di prendere decisioni.

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto ad Agorà, su Rai3, è convinto che “Forza Italia con la sua storia possa avere il buon senso di aprirsi all’esterno e raccogliere tutti quelli che hanno perso fiducia, farli scegliere attraverso un sistema di primarie, che coinvolga tutti con la benedizione del presidente Berlusconi”. Per il governatore, anima critica del partito, “Berlusconi resta il fondatore del centrodestra italiano, metterlo in discussione sarebbe quasi mitomaniaco”.

Toti sostiene che “la selezione della classe dirigente debba ricomprendere le migliaia di amministratori e militanti che oggi non sono più dentro a Forza Italia e potrebbero rientrare dentro a un contenitore moderato più vasto”.

Secondo i retroscena degli ultimi giorni, è in corso un ultimo tentativo del partito di evitare la scissione del governatore ligure, che viene considerato l’unico che ha voti e seguito suo e quindi sarebbe il colpo di grazia ai moribondi azzurri. Ma forse è troppo tardi per fare ciò che Toti chiede da anni e per azzerare un gruppo dirigente “che ha perso dieci milioni di voti”, senza fare la minima autocritica.

Non a caso, il simbolo della convention dei totiani al Teatro Brancaccio di Roma del 6 luglio riporta il punto esclamativo e lo stesso font grafico dei macroniani: “L’Italia in Crescita!”.

“Chi è convinto che le cose vadano bene così – sostiene Toti – che dieci milioni di elettori ci abbiano lasciato per colpa loro, che la nostra classe dirigente abbia avuto capacità, merito e coraggio, chi pensa che perdere militanti, dirigenti ed elettori ad ogni elezioni sia la strada giusta, non venga al teatro Brancaccio. Chi invece crede che queste persone possano tornare in una casa dove tutti possano riconoscersi, con obiettivi concreti, alleanze chiare e con una classe dirigente scelta dal basso venga a darci una mano. È questa la casa del futuro che possiamo e vogliamo costruire insieme”.


di Mino Tebaldi