Rai, le polemiche sul “caso Fazio”

lunedì 13 maggio 2019


Stasera chiuderà l’appuntamento del lunedì di Che fuori tempo che fa. Il programma di Fabio Fazio si fermerà con tre settimane di anticipo. Lo ha comunicato ieri sera lo stesso conduttore. “Nessun taglio, ma normali cambiamenti al palinsesto legati ai periodi elettorali specifica Rai Uno”.

Ma l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini ha scritto ai direttori di Rai Uno, Teresa De Santis, e del Coordinamento editoriale palinsesti, Marcello Ciannamea, per chiedere chiarimenti sulla vicenda. In particolare i motivi per cui quella di stasera sarà l’ultima puntata della stagione di Che fuori tempo che fa”. “Su Fazio chiamatela come volete. Io la chiamo censura contro la libertà di espressione”, dice il leader del Pd Nicola Zingaretti. Mentre Luigi Di Maio invita Lega e Pd a occuparsi di problemi più gravi del Paese come il salario minimo e non dei talk show.

La consigliera di amministrazione Rai in quota Pd, Rita Borioni pensa “che Fabio Fazio sia diventato il capro espiatorio di una situazione, di un clima interno ed esterno che vede in lui un bersaglio da colpire”. Si registra la dura reazione anche del presidente della Federazione nazionale della stampa Giuseppe Giulietti: “La soppressione di tre puntate di “Che tempo che fa” è una scelta servile e suicida”.

Ma Salvini nega interventi della Lega. “Io – sostiene – vorrei Fazio in onda anche a Natale e Capodanno, più mi attacca col rolex al polso, più italiani votano Lega. Non entro nelle scelte aziendali. Ho problemi più importanti di cui occuparmi che un programma televisivo”.

Eppure, il ministro dell’Interno non perde occasione per sottolineare, ad ogni comizio, che il conduttore “guadagna in un mese quello che io guadagno in un anno”. Di più. Il leader leghista si è rifiutato di partecipare al programma tivù almeno “fino a quando Fazio non si taglierà lo stipendio”.

Per l’esecutivo Usigrai la “missione è compiuta. La versione del lunedì del programma di Fabio Fazio chiude in anticipo. Chi ha eseguito l’ordine di Matteo Salvini e di Marcello Foa? Perché è fin troppo chiaro che la pausa per le elezioni europee è solo una scusa, visto che – nel caso – si sovrappone a una sola delle tre puntate ancora previste”. Secondo il sindacato dei giornalisti Rai in una nota, “se è vero che l’ad Fabrizio Salini non sapeva nulla è evidente che ci sono ormai due aziende: una che risponde agli organigrammi ufficiali, e un’altra parallela che agisce come gruppo autonomo e in coordinamento con ordini che arrivano dall’esterno dell’azienda. È una situazione non più accettabile. Urgente un chiarimento in cda e in commissione parlamentare di Vigilanza”.

Di diverso avviso è il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, membro della Commissione di Vigilanza Rai. “Ci mancava il vittimismo di Fazio – sostiene – per censure che non esistono. In attuazione delle regole approvate dalla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, il servizio pubblico deve programmare trasmissioni elettorali con le regole della par condicio, dando voce a tutte le liste presentate alle elezioni europee. Lo spazio dopo le 23, dedicato alle tribune su Rai uno lunedì 20 maggio al posto di Orietta Berti e Frassica che cinguettano, non è quindi una violazione della libertà, ma l’adempimento di un dovere informativo. E poi lunedì 27 maggio Rai Uno dovrà fare trasmissioni di commento al voto europeo e amministrativo del giorno prima o dovrà lasciare spazio alle maratone della concorrenza? Ma di che parliamo? Ma basta con la dittatura fazista! Non ci sono censure”.


di Manlio Fusani