Campagna elettorale “in proprio”

Per quasi un anno i giallo-verdi hanno fatto campagna elettorale con provvedimenti al limite dell’incredibile, basandosi sul cosiddetto “Contratto per il governo del cambiamento”, che altro non è se non una serie di slogan e promesse utili soltanto ad attrarre i plausi degli elettori più distratti. Poi, con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale europeo, gialli da una parte e verdi dall’altra si sono messi “in proprio” per attrarre verso i rispettivi simboli il maggior numero di consensi possibile dando così vita ad uno scontro che neanche nelle aule dei tribunali civili in occasioni di divorzi senza accordo è immaginabile rintracciare.

Come si suol dire, tutti i nodi vengono (prima o poi) al pettine ma, in questo caso, i due pseudo-alleati mostravano una capigliatura “riccia” (e quindi difficilmente da districare, un po’ come quella del ministro pro-tempore, Danilo Toninelli) fin dall’inizio dell’impossibile attività congiunta di governo.

Alla fine, come purtroppo spesso accade, il Paese ci rimette mentre quei due (Matteo Salvini e Luigi Di Maio) si azzuffano anche per un nonnulla. C’è quindi da augurarsi che la consultazione elettorale di fine maggio possa costituire per questa maggioranza di governo un insegnamento caratterizzato da un solo termine: fine!

Aggiornato il 19 aprile 2019 alle ore 17:39