C’è solo confusione e servirebbe la ragione

Che nel governo regni solo confusione ormai è chiaro. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, pensa al successo elettorale, a portare a casa una vittoria singolare; insomma, l’esatto opposto di ciò che servirebbe.

La ragione prima di un Esecutivo dovrebbe, infatti, essere la coesione, la sintonia, il canto corale, piuttosto che la sfida, il capriccio e la testardaggine personale. Eppure non passa giorno che non confermi il contrario, a testimonianza di quanto sia stata sbagliata l’alleanza antagonista e pentaleghista, nata dalla somma fra l’incapacità, l’incoerenza e l’arroganza. Qui non si tratta solo del conflitto istituzionale, sulla direttiva dei porti emanata dal Viminale, alle forze armate, si tratta di un tutti contro tutti costante e quotidiano, che disarma e preoccupa sempre di più. Non c’è una direzione di marcia, una indicazione univoca; al contrario, c’è solo il veto di questo su quello, lo stop di un ministero verso l’altro, insomma una gara muscolare per dimostrare chi è più forte.

Eppure proprio in questa fase l’Italia se la passa male, vive problemi gravi, soffre per tutto, rischia di sprofondare in una crisi cronica di sistema. C’è il caso Libia, delicatissimo, che ci riguarda eccome, c’è l’economia bloccata, la recessione, c’è l’Europa pronta con la procedura d’infrazione. Ecco perché servirebbe manico e ragione invece dei capricci. Sulla Libia specialmente ci giochiamo il futuro; parliamo di energia, di approvvigionamenti, di contratti enormi, di strategie, insomma di decenni di lavoro passato e di decenni di quello che verrà. Per non parlare dei conti, del bilancio, del debito sovrano, con lo spread in agguato e coi mercati c’è poco da scherzare, se si stancassero delle chiacchiere ci sarebbe da scappare.

Con questo Governo non solo non esiste la politica interna, perché c’è chi vuole dritto e chi rovescio, ma peggio ancora non esiste quella internazionale, che in questo passaggio è fondamentale. In Europa siamo isolati, Francia e Germania ci considerano poco o niente. Per via dell’accordo forzato con la Cina siamo riusciti a raffreddare i rapporti anche con l’America, non abbiamo accordi e né alleanze forti, per farla breve andiamo male. E per carità, non si dica dei sovranisti, di Visegrad, dei gilet gialli, perché la credibilità della settima potenza del mondo, il suo potere contrattuale, non si misura certo con quelli. La verità è che siamo nel caos, nella confusione, in mare aperto e senza direzione, paghiamo caro il prezzo di un esperimento, perché il Governo è l’espressione della forza di un Paese, della capacità sul piano internazionale. Farci guidare dalla somma degli opposti, oltretutto incompetenti in troppe cose, è stata una sciocchezza colossale, che rischia di sprofondarci, farci male, e non capirlo o farlo tardi, potrebbe essere esiziale.

Questa maggioranza non è reale, nemmeno nel Paese, è figlia di uno sbaglio elettorale e di una forzatura costituzionale, legata solo da un contratto presuntuoso. Prima finisce e meglio è, insistere sarebbe pericoloso.

Aggiornato il 17 aprile 2019 alle ore 11:26