Visione di breve periodo

Di solito si criticano i Governi, i Ministri e le strutture ministeriali perché privi di linee strategiche o di atti programmatici di medio e lungo periodo. Si criticano perché, in fondo, il non avere una visione strategica di lungo e medio periodo, mette in evidenza il convincimento dei governi della necessità di varare leggi, di varare iniziative misurabili nel breve periodo; cioè il periodo limitato di vita dei governi del nostro Paese. Invece l’attuale compagine di Governo non ha una visione di breve periodo cioè, almeno finora, non solo non ha fatto sapere come intenda evitare il ricorso alle norme di salvaguardia, quelle legate al ricorso dell’aumento dell’IVA, ma non ha detto come garantire, davvero, le risorse necessarie per onorare nel tempo (almeno un triennio) l’attuazione delle norme legate al “reddito di cittadinanza” ed al “quota cento”. Ancora più grave però è la mancata esposizione delle seguenti azioni che non fra due o tre anni ma fra giorni o al massimo mesi sarà necessario prendere, mi riferisco in particolare a:

• Come ci giustificheremo con l’Unione Europea del mancato utilizzo delle risorse comunitarie e con quale logica ci si avvia ad elencare il prossimo programma, sempre delle risorse comunitarie, 2021 – 2027
• Come intenda il Governo, ed in particolare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, collaborare con gli altri Paesi della Unione Europea nell’aggiornamento delle Reti Trans European Network (TEN – T) soprattutto dopo l’atteggiamento negativo su due Corridoi comunitari come il Corridoio Mediterraneo, dove si è espressamente denunciata la non convenienza della tratta Torino – Lione e dove è in corso una analisi costi benefici nella tratta AV/AC Brescia – Verona – Vicenza Padova, o come il Corridoio Genova – Rotterdam dove l’analisi costi benefici, voluta sempre dall’attuale Governo, ha dato parere negativo
• Come intenda superare la grave crisi del comparto delle costruzioni caratterizzato ormai da due dati davvero tragici: 120.000 imprese fallite negli ultimi dieci anni e 600.000 unità lavorative perse. Cosa intenda fare se dopo quasi un anno non ha annullato o modificato una delle cause di una simile crisi e cioè il Codice Appalti, ma soprattutto non facendo neppure partire interventi già approvati per oltre un valore di 20 miliardi di euro
• Come intenda incentivare il trasporto pubblico locale dopo aver ridotto di 300 milioni di euro l’apposito Fondo
• Come intende superare la profonda crisi manutentiva ed infrastrutturale delle periferie delle nostre grandi e medie realtà urbane ormai prive di servizi
• Come intenda affrontare il tema delle concessioni autostradali soprattutto dopo le frequenti dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti addirittura di annullamento delle attuali concessioni
• Come intenda affrontare la attuale inserimento dell’ANAS nel Gruppo Ferrovie dello Stato, soprattutto dopo la decisone dell’ISTAT di far ritornare le Ferrovie dello Stato nella Pubblica Amministrazione
• Come intenda affrontare l’emergenza Alitalia soprattutto dopo gli impegni presi dallo stesso Governo subito dopo l’insediamento: il nuovo assetto sarà definito entro tre mesi (ne sono passati dieci e ormai ci si avvia verso una soluzione davvero preoccupante)
• Come intenda affrontare il tema della proprietà pubblica delle acque e dei relativi impianti, senza incorrere in banali logiche populiste

Queste e tante altre assenze programmatiche di breve periodo denunciano chiaramente una anomalia insita nell’attuale compagine governativa: la paura di diffondere la tragica ed ormai incorreggibile crisi del Paese. E viene incontro, come temporanea tecnica utile per ridimensionare una simile paura, il calendario delle grandi scadenze come le elezioni europee, la presentazione del DEF, la presentazione del Disegno di Legge di Stabilità. Ormai ci stiamo tutti convincendo che nella presentazione del DEF troveremo delle proposte, delle azioni capaci per superare la grave emergenza; ormai tutti ci stiamo convincendo che dopo le elezioni europee ci sarà un rimpasto, addirittura ci potrebbe essere una nuova articolazione della compagine di Governo; tutti ci stiamo convincendo che il Disegno di Legge di Stabilità del 2020 conterrà delle norme capaci di limitare i danni creati dalla ormai acclarata fase recessiva.

Sì, in tal modo sono passati ormai undici mesi dall’insediamento del Governo e, purtroppo, ne passeranno forse ulteriori undici mesi inseguendo un futuro che prima o poi non potrà più rinviarci ad un futuro inesistente e forse allora il Governo sarà costretto a denunciare una strategia di breve termine. Intanto però questa contrapposizione tra un Governo che non dispone di una politica di breve termine e noi cittadini convinti che prima o poi conosceremo una linea programmatica sta producendo una misurabile crisi irreversibile della crescita del Paese.

Molti di noi se ne sono accorti già da tempo, nel Governo, invece, si parla ancora di un possibile aumento del PIL, di un 2019 bellissimo, di una crescita rilevante della nostra economia nel secondo semestre.
Purtroppo si stanno giocando tutto il nostro futuro, tutta la possibilità di adottare anche minime politiche di contrasto al fallimento del Paese nei  prossimi due anni.

Tratto da "Stanze di Ercole"

Aggiornato il 12 aprile 2019 alle ore 18:08