Ci sono quelli che di baggianate ci campano

lunedì 18 marzo 2019


Il Governo è giunto ad un livello incredibile di grottesco. Colleziona ogni giorno quelli che altri chiamerebbero insuccessi. Altri. Perché oramai alla conclusione di ogni boiata (che più che una conclusione è l’uscita dalle prime pagine dei giornali occupati da quelle successive), Conte, Salvini, Di Maio si affrettano a dichiarare che “non è successo niente”, niente di tragico, niente che abbia messo a rischio la vita del Governo e che c’è stato un grande successo. Bugiardi? Buffoni? Indiscutibilmente sì.

Ma purtroppo non si può però negare loro di avere il più grande successo in quello che è il loro modo di vivere ed andare avanti. Anche se, il maestro del loro pensiero, il comico che ha dato il nome alla “forza” principale della maggioranza, che è un comico di dichiarata professione, anche se di scarso livello, pare lo abbiano messo da parte, questa è un’operetta, anzi, una “comica” finale. La comica, benché ripetitiva e noiosa, ha successo. Del resto, la gente applaude o l’uno o l’altro dei commedianti invece di subissare di fischi la commedia. Il sistema della opposizione monopolizzata dallo stesso Governo pare che funzioni. Delle baggianate Salvini, Di Maio, Conte, Toninelli ed altri conosciuti e sconosciuti che pare siano i titolari dei ministeri, ne aggiungono sempre altre se non altro con la comicità delle loro dichiarazioni di soddisfazione.

Attenti però. Quando dicono che questo Governo durerà fino alla fine della legislatura, pretendendo, magari che così si conquisteranno il merito ed il diritto di andare anche oltre, comicità o non comicità c’è rischio che abbiano ragione. Il sistema di vedersela sempre tra di loro, di litigare su tutto, fa sì che il vincitore sia sempre uno di loro. Se aspettiamo che o prima o dopo le elezioni europee il Governo salti per aria, rischiamo di fare noi la parte degli attori più grotteschi, dei babbei. Il sistema funziona. Perde chi? Perdiamo noi, noi tutti. Ma riescono a farci pure digerire che ha vinto uno di loro. Ed a farci anche contenti della batosta presa da quell’altro. L’opposizione non c’è.

Il Partito Democratico è riuscito a farsi dire dai giornalisti più o meno a lui legati, che con Nicola Zingaretti ha ritrovato la via del successo ed il ruolo di forza alternativa. In realtà finora è riuscito a passare solo per il possibile alleato di uno dei vincitori della battaglia interna di Governo. Del resto, il Cinquestellismo è nato e prospera con una costola della vecchia Sinistra. Il Pd è e resta un tentativo mal riuscito di conversione del Partito Comunista in un movimento populista, antesignano piuttosto che avversario del Grillismo. Che basti essersi scelto per capo il fratello del Commissario Montalbano per rappresentare qualcosa di diverso dal cascame presuntuoso della sinistra dei tempi di Matteo Renzi, è d’altra parte evidentemente impossibile. Che possa durare a lungo la commedia populista appare certo difficile. Ma pretendere che a ridarci un minimo di ragionevolezza e di serietà alla vita politica del Paese possa essere l’esito della battaglia tra l’una e l’altra schiera di buffoni, può essere solo ipotesi frutto di un mortale ottimismo. Una buffonata essa stessa.

Non c’è dubbio: siamo in mano a degli sciagurati pericolosi. Ma questo non basta a creare qualcosa che li sostituisca. Possono fare boiate ancora più incredibili di quelle in corso d’opera. Ma questo non basta a dar vita a qualcosa di diverso e di opposto. Libertà, dignità, serietà non si trovano per caso. Bisogna conquistarsele con la ragione e con l’impegno di esservi fedeli. I governanti da operetta posso azzuffarsi quanto vogliono tra di loro: non lo faranno mai per darci il loro contrario. Se non diamo corpo ad una nostra forza politica, dovremo tenerci questa gente. Dico nostra. E non potremo farlo aspettando che ci piova dal cielo, continuando, magari, a divertirci con lo spettacolo in corso.


di Mauro Mellini