Nessun dubbio, andate a casa

Al contrario di Giuseppe Conte noi non abbiamo dubbi e siamo certi che l’unica soluzione sia quella di chiudere questa esperienza, evitando così che nel Paese crolli la fiducia e soprattutto la pazienza.

Del resto, caro presidente, ma le sembra normale che lei abbia certezza sull’anno bellissimo, sulla inutilità di una manovra correttiva, sulla tenuta del governo, e i dubbi li abbia solo sulla Tav? Capirà che a questo punto il dubbio venga a noi, ci punga vaghezza, che lei abbia capito lo stato dell’arte e delle cose? La situazione dei conti, la recessione, la retromarcia del Pil e dell’occupazione?

Insomma, parliamoci chiaro presidente, la gente mica è cretina, non si lascia abbindolare facilmente, capisce tutto e capisce bene, sa farsi i conti e si guarda intorno, di bellissimo in realtà non ci sta niente. Certo lei deve ascoltare i grillini, le fissazioni comuniste, le sciocchezze sull’economia assistenziale, la logica di un gruppo inventato da un comico che sulla Tav ha solo la certezza che non serva. Abbia pazienza, è vero il contrario, la Tav non è una cattedrale nel deserto, una struttura perduta dentro al niente, un capriccio di qualcuno, è un progetto grande del futuro, una presenza forte nei trasporti dell’Europa intera, nei collegamenti che verranno. Che dubbio si può avere? Abbia coerenza presidente, prenda posizione, non resti sempre nella terra di nessuno, insomma abbia coraggio se vuole darsi un ruolo di statista, il piede in due staffe non porta bene, è segno di incapacità e debolezza. Guardi che in Europa sanno bene come stiamo, le confidenze sussurrate, i retroscena sulle intemerate di Matteo Salvini, la divisione della maggioranza, non serviranno per avere sconti e comprensioni se dovessimo ritirarci dalla Tav, anzi il contrario. Non solo sarà una figuraccia, ma costerà penali, rimborsi, arretratezza e terreno perso da recuperare, insomma una caterva di rimorsi.

Ecco perché il suo dubbio, seppure con rispetto, non ha alcun senso se non quello di seguire la volontà grillina, che a dirla tutta è ridicola, insomma lana caprina. Lei, caro Conte, dovrebbe capire che c’è la recessione, che torniamo indietro, che la finanziaria peggiorerà ogni cosa, che anziché bellissima sarà una stagione disastrosa, altro che bloccare l’unica opera di respiro internazionale che darà lavoro, Pil e occupazione. Guardi che gli italiani la vogliono eccome, vogliono l’opera e non vogliono voi, lo dimostrano ad ogni tornata elettorale, sprofondando i grillini e premiando il centrodestra, caro presidente se lo metta in testa. Gli elettori premiano quella coalizione che avrebbe dovuto governare al posto suo, a marzo del 2018 i grillini erano secondi mica primi, lei sarebbe rimasto un bravo professore, un autorevole docente, il centrodestra avrebbe governato ed al Paese non sarebbe successo niente.

Presidente, ci ascolti, lo diciamo con ogni simpatia, chiuda baracca e burattini e vada via, questo governo, Salvini o meno, è morituro, questione di poco è salta tutto, del resto è nato male e la fine era fatale. Torneremo al voto, vincerà il centrodestra, per fortuna nostra ed anche sua, caro presidente, all’Italia non servono i grillini, di comunisti post o catto che siano ha fatto il pieno, ora serve il futuro, serve crescere, serve il sereno.

Aggiornato il 08 marzo 2019 alle ore 11:36