La vendetta di chi ignora

Il cerchio sembra essersi definitivamente chiuso: Cesare Battisti, dopo diversi decenni di latitanza, è nel super-carcere di Oristano e tutti vissero felici e contenti. In realtà, più che l’arresto di un latitante, abbiamo assistito nei giorni scorsi al trionfo di un giustizialismo senza senso, intriso più di odio vendicativo che non di quella giustizia che, come tale e sotto forma di adeguata pena, dovrebbe essere applicata a qualunque detenuto. Per il quale, del resto, la detenzione in un carcere altro non dovrebbe essere che il giusto scontare una pena per ciò che ha realmente commesso e non per quello che l’opinione pubblica ritiene che lo stesso debba pagare. Se del ruolo di alcuni pentiti nella vicenda Battisti in questi giorni non ne ha mai accennato nessuno (tranne Piero Sansonetti e “Il Dubbio”), un motivo ci sarà pure. Magari legato anche ad un’ipocrisia di fondo che porta ad accusare Battisti di essere il colpevole di qualsivoglia azione criminosa compiuta dai Pac: insomma, a furor di popolo, il caprio espiatorio di una serie (innegabile) di gesti criminali commessi in nome di presunti diritti di un proletariato che si dimostrò, viceversa, assai poco propenso ad accettare la pistola quale simbolo della difesa del proprio status.

Certi ministri, che nei giorni scorsi hanno fatto a gara (il senso del ridicolo non ha frontiere!) ad indossare medaglie e divise pur di mostrare il merito di aver riportato in Italia il detenuto Cesare Battisti, farebbero invece il loro dovere se riuscissero ad essere super partes, a dimostrarsi in grado di difendere i diritti costituzionalmente riconosciuti a tutti i detenuti ed a evitare (qualora fossero in grado di capire che, nonostante le apparenze, sono stati chiamati a rappresentare lo Stato) di dar vita a spettacolini che neppure gli amanti del cabaret di provincia riuscirebbero ad apprezzare. Purtroppo, stiamo vivendo un clima di giustizialismo che sembra fregarsene di quanto sancito dalla Carta Costituzionale a beneficio del consenso elettorale e del plauso di chi nulla dimostra di sapere anche in tema di rispetto dei diritti personali: la vendetta prima di tutto!

Aggiornato il 18 gennaio 2019 alle ore 13:57