La galera di cittadinanza

In attesa del reddito – una volta stabilito chi lo prenderà, quanto, come e perché – abbiamo comunque una certezza: presto ci sarà la “galera di cittadinanza”. Meglio: la minaccia relativa. Perché la magnifica ossessione di questo Governo non è tanto quella di punire ma di minacciare di farlo. L’urlo ancestrale e bracardiano - “in galera!” - prevale sempre su tutto.

E infatti nell’intervista di ieri uscita su “La Stampa”, il presidente del Consiglio facente funzioni, Giuseppe Conte, per non sapere né leggere né scrivere, non potendo ancora dare ragguagli all’intervistatore Francesco Bei sul reddito di cittadinanza, una cosa chiara però la dice. Che suona più o meno così: “Ai furbetti sei anni di carcere saranno sufficienti per scoraggiarli”.

Ergo? il reddito di cittadinanza non è ancora pronto ma il carcere di cittadinanza invece è già stato minacciato. Poi allestirlo sarà più dura, ma intanto parte il monito ai furbetti. Che ad alcuni politici di moda oggi e ad alcuni giornalisti loro corifei fa più o meno l’effetto di un orgasmo cosmico prolungato. “Sìì, dimmelo ancora che li mandi in galera ai furbetti futuri del reddito di cittadinanza”. A creare invece i presupposti per una legge razionale che impedisca sul nascere qualsivoglia abuso non pensa ovviamente nessuno.

Le minacce odierne di Conte, si badi bene, erano già state preannunciate da mesi dallo stesso Luigi Di Maio. L’“attor giovane” della politica della compagnia di Casaleggio senior e di Beppe Grillo. Colui che è stato prescelto all’inizio di questa avventura per mettere la faccia su quasi ogni ideona a suo tempo partorita negli spettacoli del comico genovese. Peraltro un attor giovane che non sempre recita al meglio la propria parte. E in quei casi gli mandano il suggeritore belloccio, Alessandro Di Battista, che piace così tanto ad alcune figlie e mamme italiane. In genere di origine progressista e poi spostatesi ad abbracciare l’utopia para ideologica dell’uno vale uno. Alcune di queste ultime mamme a Di Battista lo sognano come il bravo ragazzo con cui fare accasare le proprie “meravigliose bambine”. Sono proprio questi “ragazzi meravigliosi” che tra il serio e il faceto stanno facendo precipitare lo stato di diritto, l’economia e la democrazia in Italia. E siccome poco sanno fare, molto minacciano. “Mo’ non ci rompete a chiederci particolari su ’sto reddito di cittadinanza, perché i particolari dobbiamo ancora deciderli; sappiate sin da ora, però, che se ci provate a fare i furbi vi metteremo in prigione”.

Tanto sovranisti ma poi dell’italiano medio meglio non fidarsi. Meglio sospettarlo ancora prima di avere fatto la legge. Quindi zitti e attendete a mani giunte il reddito di cittadinanza. “Che prima o poi arriva”. Chi governa così vuole vincere facile, si direbbe nel linguaggio di oggi.

Aggiornato il 18 gennaio 2019 alle ore 11:37