Aggiungi un posto a tavola

Di una cena così, mondana, puntuale e perfetta, una di quelle dove in genere si sgomita per essere invitati, forse tutto si può dire tranne che fosse “di lavoro”. Meno che mai se il “lavoro” sia la giustizia, un tema piuttosto delicato da affrontare fra vini pregiati, aspic e pietanze stellate.

Insomma, di una serata perfetta l’unica cosa che stona, probabilmente, è volerla far passare per un’occasione di studio e di lavoro per riformare la giustizia. Sia chiaro, tanto di cappello e complimenti per il successo della cena; nella vita è capitato anche a noi sia di organizzare e sia di partecipare ad occasioni simili. L’utilità è certa, l’approfondimento dei temi un po’ di meno.

Oltretutto vedere assieme tra sorrisi, brindisi e pacche sulle spalle sia il diavolo e sia la croce, chi da sempre sul tema giustizia è ai ferri corti, francamente sorprende. Certo non saranno felici i grillini, grandi esclusi, anche perché il primo attore del tema e invitato d’onore avrebbe dovuto essere il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, eppure tant’è.

Sia come sia, al netto delle congratulazioni per la serata mondana, pienone di tv, giornali, media e folla di curiosi intorno al locale di classe nel centro di Roma, viene da chiedersi: e adesso la riforma della giustizia è più vicina? Si farà presto? C’è accordo fra le parti? Insomma, finalmente ci siamo?

Oltretutto Matteo Salvini parla di riforma della giustizia solo con riferimento alla rapidità dei processi, evitando il molto altro che servirebbe, e dunque? Insomma la rapidità serve, caro Salvini, ma la separazione delle carriere? La riscrittura dell’obbligatorietà dell’azione penale? La riforma del Consiglio superiore della magistratura? I codici e i gradi di giudizio? Come la mettiamo coi commensali della festa?

Ecco perché da tempo e con passione insistiamo sulla necessità di una costituente che riscriva la carta, a partire dalla giustizia. Gli incontri mondani, diciamoci la verità una volta tanto, servono ad altro. Da noi e per noi servirebbe il presidenzialismo, il federalismo, una fiscalità rivoluzionata, una nuova architettura istituzionale insieme ad una giustizia riformata, una carta nuova di zecca, diversa da quella statalista e cattocomunista che ancora ci accompagna.

Caro Salvini, solo con una assemblea costituente si può riuscire a trovare la sintesi delle riforme indispensabili. Ministro, se ci crede davvero la proponga agli alleati come punto dirimente, magari viene meglio di una cena, dove oltretutto i colleghi di Governo non erano invitati.

Aggiornato il 16 gennaio 2019 alle ore 10:57