L’ITALIA HA BISOGNO DI UN NUOVO GOVERNO (DI SALVINI)

venerdì 11 gennaio 2019


Il 4 marzo 2018 gli italiani hanno votato per liberarsi e scuotersi di dosso il Pd e compagni - Renzi così come Gentiloni, Letta, Monti - accettando qualsiasi altra cosa e combinazione politica perché innanzitutto fosse invertita a trecento sessanta gradi la direzione e la politica in tema di invasioni migratorie, cioè fosse risolta e data una soluzione regolamentata e di controllo, di disciplina rigorosa alla questione. Ciò per garantirsi, gli italiani, la propria stessa sicurezza ed incolumità fisica, per le strade e nelle città, nel Paese. Quella stessa tranquillità che veniva messa di giorno in giorno in discussione da un Pd beceramente falso buonista ed “accogliente” dando il via libera all’ Europa franco-tedesca.

La lotta politica contro lo sfacelo è ardua, difficoltosa e impervia, difficilissima e soprattutto contrastatissima dalla sinistra. Tale contrasto è tuttora in corso. Salvini rappresenta ciò che gli italiani vogliono: respingimenti, rimpatri ma anche detassazione e riordino dei conti italiani, mentre l’intera pubblica amministrazione italiana, cioè tutta la sinistra fattasi pubblico impiego è contro. L’intera pubblica amministrazione italiana è - oggi come ieri - contro tutto ciò che gli italiani anelano e vogliono, per crescere. Gli italiani nella pubblica amministrazione vedono con i propri occhi che il limone è spremuto e fradicio, cioè vedono che il pubblico impiego e soprattutto pubblico stipendio è esso stesso un sistema arrivato al capolinea e dato da un sistema marcio, dunque vogliono il cambiamento, progressivo.

Chi può rendere oggi possibile l’impossibile - necessario per riordinarsi e crescere l’Italia - è lo schieramento o raggruppamento più distante dal sistema marcio, ovvero chi produce i soldi, chi è per la produzione e produttività dell’Italia. Che per lo più è a nord. Difatti, non solo è vivo e vegeto, sta bene, ma, continuando imperterrito a produrre per tutti noi, contrasta le politiche dissipatorie e nefaste, di rovina per il nostro Paese e chiede autonomia, o almeno di continuare a crescere. Preso a pedate e scalciato dal sistema/idrovora morente, chi produce si è a ragione avvinghiato a Salvini e alla Lega cioè all’unica rappresentanza politica cui ha potuto demandare l’attuazione di tre step: 1. Abbattimento migrazione di nullafacenti e terroristi; 2. Sicurezza sul territorio; 3. Detassazione cioè Flat tax, per cominciare. Dunque oggi i primi due punti, più o meno, sono stati minimamente raddrizzati e rimessi in carreggiata. Il terzo punto non sarà possibile raggiungerlo perché prima bisognerebbe avallare l’invallabile, cioè il reddito di cittadinanza ovvero soldi gratis ai nullafacenti improduttivi. Conseguenza di ciò è la necessità di andare a votare, o meglio è utile adesso perché necessario cogliere velocemente il giusto momento per andare a votare. Gli italiani sanno bene di doversi adattare, per raggiungere l’obiettivo agognato della crescita, ad un nuovo voto che esprima un consenso per un governo, eletto, della Lega insieme ai liberali (che non esistono ma che si spera si mostrino e si facciano avanti politicamente), qualche forza italiota scremato tra i più non adatti e Meloni.


di Francesca Romana Fantetti