Il caso delle trivelle autorizzate nello Ionio

Polemiche sulle trivellazioni per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. La battaglia, che un tempo vedeva sullo stesso fronte i grillini insieme agli ambientalisti, ora registra lo scontro tra il governo gialloverde, gli ambientalisti e il governatore della Puglia Michele Emiliano. Sulla vicenda interviene il ministro pentastellato dell’Ambiente Sergio Costa. “Da quando sono ministro – scrive su Facebook – non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. Non sono diventato ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. I permessi in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio è sulla stessa linea di Costa. “Mi si accusa – sostiene – di aver autorizzato trivelle nel mar Ionio. È una bugia. Queste “ricerche di idrocarburi”, che non sono trivellazioni, erano state autorizzate dal governo precedente e in particolare dal ministro dell’Ambiente Galletti che aveva dato una valutazione di impatto ambientale favorevole. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio governo. Non poteva fare altrimenti. Perché altrimenti avrebbe commesso un reato. Ma faremo di tutto per bloccare le trivellazioni volute dal Pd. E sono contento se Emiliano impugna”.

Di Maio si riferisce alle dichiarazioni del presidente Pd della Regione Puglia Michele Emiliano. “È insopportabile – aveva detto il governatore – la bieca ipocrisia di chi, dopo aver finto di lottare al nostro fianco, appena giunto al governo del Paese anche grazie ai tanti elettori sensibili a questo argomento, ora assume le medesime condotte dei governi precedenti che si volevano contrastare con la richiesta di referendum anti-trivelle. Noi impugneremo le nuove autorizzazioni rilasciate dal Mise a cercare idrocarburi nel mar Ionio. Ci siamo sempre battuti in difesa del nostro mare, e continueremo a farlo. Avrebbero potuto bloccare nel programma di governo e quindi nella legge finanziaria tutte le ricerche petrolifere in Italia, come avevamo sempre detto di voler fare. La Regione Puglia difenderà il suo mare in ogni sede e con tutti i mezzi disponibili”. Il caso era stato sollevato da leader dei Verdi Angelo Bonelli. “Il ministero dello Sviluppo – aveva denunciato – ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente”. Secondo Bonelli, “il ministro Costa si arrampica sugli specchi. Dice di non aver mai firmato atti che autorizzano le trivellazioni ma non dice che i suoi uffici invece hanno dato pareri positivi per le trivellazioni in Adriatico e ultimo alla Shell nell’area del parco di Lagonegrese”.

Aggiornato il 07 gennaio 2019 alle ore 13:54