Sicilia, decreto sicurezza: M5s diviso su Orlando

Il Movimento 5 stelle in Sicilia si divide sulla presa di posizione di Leoluca Orlando. Il sindaco di Palermo, sostenuto da numerosi sindaci di centrosinistra, tra cui Luigi de Magistris di Napoli e Dario Nardella di Firenze, ha deciso di sospendere l’applicazione del decreto sicurezza. Ugo Forello, ex candidato sindaco del capoluogo siciliano, boccia il decreto Salvini: “Tante cose mi dividono da Orlando – sostiene – ma in questo caso, fossi stato sindaco, mi sarei comportato assolutamente come lui. Il decreto sicurezza ha diversi profili incostituzionali e, nello specifico, la norma che impedisce l’iscrizione all’anagrafe ai migranti con il permesso di soggiorno in scadenza crea un’inqualificabile divisione fra cittadini di serie A e di serie B”.

Ma i sindaci grillini non appoggiano Orlando. Cettina Di Pietro, prima cittadina di Augusta, è convinta che “l’azione del sindaco di Palermo sia ispirata solo da motivazioni politiche. Io sono per l’accoglienza e ho appoggiato la necessità di modificare la Bossi-Fini, in passato. Questo provvedimento non lo reputo pericoloso: credo che la questione della sospensione dell’iscrizione all’anagrafe sia un falso problema, visto che stiamo parlando dell’assegnazione di una residenza spesso fittizia, nei centri di accoglienza, che non impedisce certo la fuga di migranti. La sinistra, in passato, si è distinta per misure di natura non assistenziale ma assistenzialista. Il decreto sicurezza, invece, ha una logica”.

Al sindaco pentastellato di Alcamo Domenico Surdi, “non risulta un impatto negativo di questo provvedimento. Ed escludo che noi, in conseguenza o meno del decreto sicurezza, lasceremo gli immigrati per strada. Il problema più rilevante, secondo me, è l’idea che la gente può farsi della mancata applicazione di una legge dello Stato: senza entrare nel dettaglio, mi sembra evidente che le istituzioni siano chiamate a rispettare le norme nazionali e non a sposare la tesi della disubbidienza civile. Altrimenti passiamo tutti per sceriffi. Questo non va bene”.

Frattanto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha replicato duramente ai primi cittadini del Pd: “I sindaci ne risponderanno legalmente”. Su Facebook scrive: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati”.

Leoluca Orlando aveva dichiarato che, “il governo finalmente getta la maschera con il decreto 132 del 2018 che costituisce un esempio di provvedimento disumano e criminogeno. Per queste ragioni ho disposto formalmente agli uffici di sospendere la sua applicazione perché non posso essere complice di una violazione palese dei diritti umani, previsti dalla Costituzione, nei confronti di persone che sono legalmente presenti sul territorio nazionale. È disumano perché eliminando la protezione umanitaria trasforma il legale in illegale ed è criminogeno perché siamo in presenza di una violazione dei diritti umani e mi riferisco soprattutto ai minori che al compimento del diciottesimo anno non potranno stare più sul territorio nazionale”.

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, è “assolutamente d’accordo che si debba affrontare il problema, visto che il decreto sicurezza lascia aperto un vulnus rispetto a stranieri e richiedenti asilo che non riescono a fare le cose più basilari. Dal punto di vista amministrativo non è chiaro come faccia Orlando a chiedere agli uffici di non applicare una legge. I funzionari applicano le leggi e oggi le leggi prevedono questo: non si capisce qual è l’atto amministrativo con cui si possa sospendere una legge dello Stato. Bisogna capire qual è il percorso. Detto questo, quello che pone Orlando è sicuramente un tema che va affrontato, anche come Anci, perché il problema determinato dal decreto sicurezza ricade su tutti”.

Aggiornato il 03 gennaio 2019 alle ore 13:36