Più dell’onor poté la boria

Dimenticate e archiviate come fossero facezie le assicurazioni sull’onore personale, strombazzate in campagna elettorale, Matteo Salvini tira dritto come nulla fosse.

Eppure, al netto dell’incapacità degli economisti che ha intorno, Salvini dovrebbe sapere che nessuna promessa è stata mantenuta. Sia chiaro, quando diciamo nessuna, intendiamo proprio nessuna, visto che la legge Fornero è più viva che mai, della flat tax seria nemmeno l’ombra, la pace fiscale è quella di Matteo Renzi, e sulla difesa è tutto da vedere. Come se non bastasse, sul Decreto sicurezza pendono dubbi di costituzionalità, con l’Europa ci siamo sbugiardati, l’amore per il sud della campagna elettorale è naufragato sull’altare dei grillini.

Insomma, niente di ciò che, rosario in mano, garantiva agli elettori si è concretizzato; è bastato un po’ di odore di governo, addirittura coi nemici di sempre, per cancellare ogni impegno. Del resto basterebbe riascoltare una qualunque registrazione dei comizi elettorali di Salvini per capire chi dice il vero oppure no. Qui non si tratta di Nutella, tortellini, ragù o quel che sia, non si tratta nemmeno di felpe della polizia, si tratta di parola politica e di statura. Pensare che la Lega pur di governare si sia ridotta alla stregua dei grillini francamente fa venire la pelle d’oca. Dove è finito il federalismo, l’antistatalismo, la lotta al fisco aguzzino, alla burocrazia, alla nullafacenza dell’apparato pubblico. Dove è finito il sostegno all’impresa, l’impegno alla semplificazione, la facilità del credito e degli adempimenti, per non parlare degli attacchi all’Imu e alla Tasi, che anziché diminuire aumenteranno eccome. Perché la Lega non ha bloccato la vergogna della fattura elettronica, del Decreto dignità, oppure l’aumento dell’età pensionabile voluto dalla Fornero; insomma, che fine ha fatto il celodurismo contro la sinistra e il pauperismo forcaiolo?

Perché, infine, un movimento che ha preso i voti dagli elettori di centrodestra, assieme alla Meloni e a Berlusconi, ha finito per sostenere le ragioni dei veterocomunisti e degli agit-prop di sinistra.

Delle due l’una, cari amici, perché o non ha la parola oppure non ha la schiena; sia come sia, almeno fino ad ora, affidabilità zero anzi sottozero. Sarà pur vero che i sondaggi premiano Salvini, ma lo stesso successe a Renzi, anzi di più, perché anziché sondaggi furono voti reali, l’ex Premier prese il 40 per cento con le mancette ed i regali elettorali, dopodiché è finito nel burrone della boria e dello sproloquio.

Ecco perché Salvini deve stare attento e ripensare, piuttosto che rimangiarsi tutto, così come Ugolino dell’Inferno, gli elettori sono meno cretini di quanto si pensi e in giro il malessere si sente.

Caro Matteo, ovviamente padano, lei si è infilato nei tempi supplementari, non si illuda di crescere ancora mancando le promesse sostenendo i grillini, perché chi va con lo zoppo impara a zoppicare e gli elettori capiscono e sanno giudicare.

Aggiornato il 03 gennaio 2019 alle ore 12:05