Lega-M5s: il “nodo” stipendi dei parlamentari

Il Movimento 5 stelle si prepara alla nuova campagna elettorale. Il 2019, in casa pentastellata, si inaugura pensando alla strategia per le Europee. In giacca a vento, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista, conducono, di nuovo insieme, la nave grillina verso un nuovo approdo. Conclusa la parentesi da reporter “rivoluzionario” in America Latina, il “Dibba” è pronto a tornare in campo. La nuova bandiera M5s da spendere nelle prossime elezioni riguarda il taglio allo stipendio dei parlamentari, insieme a quello delle pensioni d’oro. Due idee per provare a recuperare il terreno perduto nei confronti della Lega salviniana. Già. È proprio questo il vero obiettivo dei due dioscuri del mondo pentastellato: riportare il Movimento in testa alla classifica dei partiti italiani.

Non a caso, Di Maio e “Dibba” tornano ad intonare, all’unisono, le loro nenie preferite. E, nel discorso tenuto via Facebook, sullo sfondo innevato di una pista da sci del Trentino, sostengono che bisogna “fare le cose che rendono felici gli italiani. Per esempio: Combattere quei signori che utilizzavano i soldi pubblici o le leggi dello Stato per privilegiarsi di una serie di diritti di cui non dovevano godere”. È una sorta di avvertimento al Carroccio. Eppure, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha già annunciato che non se ne parla affatto. “Tagliare sprechi e spese inutili è giusto – sostiene – è nel contratto di governo e lo faremo”. Ma secondo Salvini, “le priorità degli italiani sono cose anche più concrete”. A cominciare “dal taglio delle tasse, dall’estensione di flat tax e pace fiscale, taglio burocrazia e revisione del Codice degli Appalti, cancellazione definitiva della Fornero, approvazione dell’Autonomia e legittima difesa”.

La campagna per le Europee è appena cominciata.

Aggiornato il 02 gennaio 2019 alle ore 13:05