Più cafoni che vittime

C’è giornalismo e giornalismo, lo sappiamo bene, ma non è con le minacce e gli insulti da trivio e le insolenze che si combatte quello sbagliato, ammesso che sia. Sia chiaro subito per voi e per tutti, noi siamo tra quelli che ritenevano e ritengono che Virginia Raggi non avrebbe dovuto dimettersi, nemmeno di fronte ad una condanna in primo grado. Ci mancherebbe solo che con la presunzione d’innocenza fino in Cassazione, un sindaco si dimettesse prima dell’ultima sentenza. Non c’è giustizia che tenga fino alla colpevolezza certa, punto.

Noi, cari Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, siamo così, siamo garantisti veri, non come voi che fate finta quando vi serve, quando vi torna utile. Noi, puttane, sciacalli e pennivendoli, siamo garantisti perché, meno ignoranti di voi, abbiamo letto e studiato, Constant e De Ruggiero, Calamandrei e Sartori. Siamo insomma per lo stato di diritto piuttosto che per Rousseau, che oltretutto, pur essendo un grande, a testimonianza della vostra ignoranza non diceva quello che dite voi, pensate un po’…

Rousseau infatti, cari giovanotti, sosteneva il principio della sovranità popolare, in quanto “garanzia negativa”, nel senso cioè che nessun singolo poteva appropriarsene, chiaro? Questo significa che voi due, parlamentari o meno, non siete né onnipotenti, né intoccabili, né detentori di poteri assoluti su tutto e tutti, chiaro?

Insomma, se la stampa non vi piace, combattetela con la stessa arma, con i fatti virtuosi e positivi, semmai con la critica più aspra, più dura, non con gli insulti e la censura. La libertà di stampa è essenziale, ecco perché siete più cafoni che vittime, a reagire così, contro giornali e giornalisti, oltretutto indiscriminatamente. Figuriamoci allora cosa dovrebbe dire e fare Silvio Berlusconi, che dalla stampa è stato massacrato, gli hanno tolto di mano pure un governo per un avviso pubblicato fraudolentemente nel pieno di un G7. Per non parlare di accuse e di castelli costruiti ad hoc, che hanno bersagliato il Cavaliere e tanti altri, finiti mille volte in bolle di sapone e basta. Ecco perché, cari Di Maio e Di Battista, in democrazia la stampa è così, pregi e difetti, errori e forzature, interpretazioni migliori o peggiori, giudizi favorevoli e contrari, che piaccia o meno, questa è libertà e meno male, pazienza se vi genera orticaria. Sia chiaro, non temiamo né le vostre reazioni, né pensiamo che l’Italia rischi il regime, un Paese che ha sconfitto il fascismo non può certo temere Beppe Grillo, però non ci piacete e lo diciamo, punto.

Siete arrogantelli, saputelli, prepotenti e oracolari, oltretutto alla prova dei fatti, almeno fino ad ora siete un fallimento, vi piaccia o meno Roma docet, per non dire del governo e della finanziaria. Insomma siete tutto fuorché il cambiamento, almeno per adesso, solo veterocomunismo, socialismo reale, assistenzialismo, vecchie mancette da campagna elettorale.

Cari Di Maio e Di Battista, per finire, se il vostro cambiamento è questo, se la diversità è quella che vediamo, se la grande novità funziona così, allora meglio puttane e pennivendoli ma in democrazia la libertà è troppo cara per regalarla a voi. Con rispetto, buon lavoro e soprattutto buono studio, di educazione e di cultura, democratica.

Aggiornato il 12 novembre 2018 alle ore 11:14