Decreto sicurezza, passa al Senato: 163 Sì, 59 no e 19 astenuti

Il Senato dice “sì”. La Camera alta dà il via libera al Decreto sicurezza con 163 voti favorevoli, 59 no e 19 astenuti. I presenti sono stati 288, i votanti 241. Il decreto, che è stato approvato con il voto di fiducia. Ora il testo passa al vaglio della Camera, dove è stato calendarizzato per il 22 novembre. Il provvedimento porta una firma “pesante”: quella di Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno e leader della Lega, che si è presentato in Aula. E dopo il voto ha twittato: “Il Senato approva!!! #DecretoSalvini, giornata storica!”. 

Sul testo il Carroccio e il M5s si sono sentiti “allineati e coperti”. Lo hanno certificato gli interventi dei capigruppo dei due partiti, Massimiliano Romeo della Lega e Stefano Patuanelli del M5s. “La maggioranza e il governo godono di buonissima salute – ha detto il pentastellato – per questo voteremo convintamente a favore di questo provvedimento. Molte cose abbiamo in programma di fare nei prossimi quattro anni e mezzo di legislatura. Questo governo e questa maggioranza devono dimostrare di saper far meglio di chi ci ha preceduto”. Romeo, rivolto alle opposizioni ha detto: “Non ce la farete a rompere il collante Lega-Movimento 5 stelle”. Ma fino a ieri i grillini avevano minacciato i colleghi di governo: “Lealtà sulla prescrizione o il decreto sicurezza è a rischio”, avevano detto. Le posizioni si sarebbero “saldate” in serata. Tant’è che Salvini, lasciando stamattina Palazzo Madama, aveva dichiarato che “sicuramente il Decreto sicurezza passerà anche alla Camera”. E a proposito del dissenso interno di alcuni senatori M5s, ha detto: “Siamo in democrazia. Ma c’è qualcuno che ha cambiato idea e non rispetta il contratto di governo”.

In realtà, per la prima volta la maggioranza ha perso qualche pezzo. Dopo la fine delle dichiarazioni di voto dei gruppi parlamentari sono intervenuti i “dissidenti” grillini. Non hanno partecipato al voto Gregorio De Falco, l’ufficiale in aspettativa della Guardia Costiera, Elena Fattori, Paola Nugnes, fedelissima del presidente della Camera Roberto Fico. Infine, Matteo Mantero e Virginia La Mura. De Falco ha parlato di “gravi lesioni all’ordine giuridico e alla sicurezza dei cittadini” provocata dal decreto Salvini: “Migliorare il decreto – ha sottolineato – era un preciso dovere al quale il capo dello Stato ci aveva chiamato”. Peraltro, ha spiegato, “continuo a sostenere il governo nella sua azione generale, per i suoi programmi. Le mie aspettative sono immutate”. I cinque senatori “dissidenti” del M5s sono stati segnalati da Patuanelli al collegio dei probiviri del Movimento, che ha avviato un’istruttoria. Per il capogruppo pentastellato la condotta dei cinque è “un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al governo”.

Poco prima il senatore forzista Maurizio Gasparri, rivolgendosi proprio a De Falco, aveva detto che “ognuno risalga a bordo delle proprie coalizioni per fare politiche omogenee e serie. Perché io, senatore De Falco, ho l’impressione che lì il dissidente non sia lei, ma siano forse gli altri che si dimenticano i vostri programmi iniziali per fare il compromesso in cui uno annacqua un po’ di cose, l’altro ne annacqua un altro po’”. Secondo la Fattori, con questo decreto “si andranno a creare forti tensioni nelle periferie e si fornirà personale da sfruttare per lo spaccio della droga e per il caporalato. Questo testo prevede il contrario di quello che era il programma del M5s”. La Nugnes ha detto che “questo decreto non farà diminuire il flusso di migranti e non migliorerà la sicurezza. Ci saranno 120mila irregolari in più. Non spariranno per decreto queste persone non integrate”.

Aggiornato il 07 novembre 2018 alle ore 16:33