Pd, Martina: “No allo scioglimento”

Nel Pd si intensifica il dibattito in vista degli appuntamenti dell’autunno. A poche ore dalla proposta avanzata dal presidente Matteo Orfini di “sciogliere il partito e rifondarlo” e dalla risposta del governatore del Lazio Nicola Zingaretti: “E’ una scusa per rinviare il congresso”. 

Maurizio Martina prova a riportare ordine. “Più che discutere di scioglimenti del Partito Democratico o di rinvii del congresso – ha detto il segretario nazionale alla Festa dell’Unità di Genova – facciamo invece tutti un passo avanti per il futuro, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà.

Il Pd deve lavorare su territori, chiamare le persone che vogliono costruire con noi l’alternativa a questo governo”. “Il Congresso ci sarà, faremo le primarie a gennaio”, spiega. “Basta con questa idea che tutti possono dire tutto, parole in libertà”, sottolinea l’ex ministro.

Gli risponde però, a stretto giro, proprio Orfini. E il commento è lapidario: “Pensate davvero che noi possiamo ripresentarci con il Pd come funziona oggi? Tutti dicono di voler superare il correntismo e poi chiedono di fare subito un congresso basato su accordi tra correnti e filiere di tessere e preferenze. Bene, facciamolo. E il giorno dopo? Ricominciamo come sempre, con la minoranza che combatte la maggioranza, con un maggioritario interno distruttivo e divisivo? Pensate davvero che così la risolviamo? Beati voi”.

La discussione però resta animata. L’ultima voce levatasi era stata in mattinata quella di Carlo Calenda. Su Twitter l’ex ministro dello Sviluppo economico ha invitato a cena a Matteo Renzi, Marco Minniti e Paolo Gentiloni per provare a creare un fronte compatto. Il pasto verrà consumato e chissà quale sarà a quel punto il destino dei dem.

Aggiornato il 17 settembre 2018 alle ore 12:15