Boeri-Governo: lo scontro continua

Tito Boeri ha già fatto sapere che non si dimetterà. Ma lo scontro con l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, a proposito del cosiddetto “Decreto dignità”, s’infiamma nuovamente. Lo scontro nasce dopo che l’Inps ha fornito alla Ragioneria generale dello Stato, al Ministero dell’Economia e a quello del Lavoro le stime sul numero di posti di lavoro che potrebbero andare persi in conseguenza del “Decreto dignità”. “Un impatto da 8mila disoccupati in più l’anno”. Il presidente dell’Istituto di previdenza nazionale, in audizione alla Camera, ha commentato ulteriormente gli attacchi ricevuti in questi giorni dai vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio: “Se nelle sedi istituzionali opportune – ha detto – mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni online e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”.

Per Boeri, “affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, come ha fatto il ministro Di Maio, vuol dire lasciare perdere sempre più il contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta”. La replica dura della Presidenza del Consiglio e del ministro del Lavoro arriva in serata. “Boeri − scrive su Facebook Di Maio − dice a me di aver perso il contatto con la realtà. La verità è che oggi si è seduto sui banchi dell’opposizione. Non è la prima volta, speriamo sia l’ultima”. Per palazzo Chigi, “i toni di Boeri sono inaccettabili e fuori luogo”, soprattutto perché dovrebbe rappresentare una figura “squisitamente tecnica”.

Aggiornato il 20 luglio 2018 alle ore 13:59