Dl Dignità, Conte: “Toni allarmistici”

Bufera sul decreto dignità. Confindustria mette nero su bianco le critiche già sollevate durante gli undici giorni di gestazione del testo, il tempo trascorso tra il Cdm della sua approvazione e la pubblicazione del testo, e il premier, Giuseppe Conte, e il vicepremier Luigi Di Maio rispondono a tono.

Secondo gli imprenditori, il testo pur perseguendo obiettivi condivisibili rende più incerto e imprevedibile il quadro delle regole per le imprese disincentivando gli investimenti e limitando la crescita.

Viale dell’Astronomia punta il dito contro il ritorno delle causali, che sarà obbligatorio dopo il primo rinnovo del contratto a termine, esponendo le imprese “all’imprevedibilità di un’eventuale contenzioso, e finisce nei fatti per limitare a 12 mesi la durata ordinaria del contratto a tempo determinato, generando potenziali effetti negativi sull’occupazione oltre quelli stimati nella Relazione tecnica al decreto (in cui si fa riferimento a un abbassamento della durata da 36 a 24 mesi)”.

Una stima di 8mila lavoratori occupati in meno l’anno, che ha generato una durissima polemica tra la maggioranza e il presidente dell’Inps, Tito Boeri. “Confindustria fa la sua parte ma secondo me fraintende. A leggere con attenzione il decreto dignità si accorgerà che non ha nulla da temere”.

Ha risposto il presidente del consiglio Giuseppe Conte, secondo il quale se si dovessero usare toni allarmistici sarebbe assolutamente improprio. “Con il decreto dignità limitiamo la possibilità di utilizzare i contratti a tempo determinato è un obiettivo politico e Confindustria dovrebbe condividerlo. Noi dobbiamo contrastare il precariato.

L’abuso dei contratti a tempo determinato non può essere obiettivo neppure di Confindustria. Confindustria deve chiederci in sede di conversione qualche incentivo perché il contratto a tempo determinato possa trasformarsi in tempo indeterminato e già ci abbiamo pensato”, prosegue Conte.

Aggiornato il 19 luglio 2018 alle ore 11:36