L’impasse sulle nomine della Cassa depositi e prestiti

giovedì 19 luglio 2018


La posizione del ministro dell’Interno Matteo Salvini testimonia, plasticamente, le difficoltà governative della fase attuale. La compagine gialloverde vive una impasse senza precedenti. Ora bisogna decidere il direttore generale e l’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti. “Non sapevo che fosse stato convocato un vertice. Non so neanche che sia stato sconvocato”. Così il vicepremier ha replicato alla Camera a chi gli ha chiesto dell’incontro sulle nomine che era stato indetto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’altro vicepremier Luigi Di Maio. “Non sono io che li convoco i vertici – ha detto Salvini – e non sono io che li sconvoco”. E a proposito di alcune domande sui nomi possibili per Cdp, ha risposto: “Non seguo io il dossier.  Se il 24 si risolve su Cassa depositi e prestiti? Sì, anche se vi confesso che non seguo io le partite che sono in piedi”. A Salvini è stata posta anche una domanda su Dario Scannapieco, amministratore delegato possibile di Cdp? “Non seguo io la cosa – ha replicato – chiedetelo ad altri, su queste cose non posso essere di grande aiuto”.

In realtà, è stata proprio la Lega a porre il veto sul nome di Scannapieco, vicepresidente di Bei, in procinto di diventare ad della Cassa depositi e prestiti. La prossima riunione dell’assemblea ha già una data: il 24 luglio. Il nome di Scannapieco pare sia stato promosso dalle Fondazioni. Ma, soprattutto, dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. Intanto, ieri il premier Conte ha detto che “il problema non è se ci siano divergenze sulle nomine: la Cdp è uno strumento chiave per la politica nazionale. Ha un rilievo strategico e quindi vogliamo meditare bene. Ci stiamo riflettendo bene per non sbagliare”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha sottolineato che “per Cdp stiamo cercando i migliori. Ci stiamo lavorando”.

 


di Manlio Fusani