Magliette rosse sbiadite

Non so neppure perché, ma sono convinto che voi siate consapevoli che le vostre “magliette rosse” erano (e oggi ancora di più) assai sbiadite. Lo sono soprattutto perché, voi che le indossate, vi rendete conto che quello di metterle su è solo ed esclusivamente un gesto politico che niente ha a che fare con una tangibile solidarietà: finché continuerete a illudere i migranti che da noi troveranno la “Terra di Bengodi”, quelle magliette saranno sì rosse ma solo di sangue e di morte con un ennesimo arricchimento collaterale: quello delle aziende tessili (magari “amiche” di qualcuno di voi) che le producono. Ad altro non servono se non a far aumentare il consenso a Matteo Salvini e a far incazzare - scusate il linguaggio ma così forse intendete meglio - tutti quegli italiani che si ritrovano tra i piedi (in tutti i sensi) gente senza arte né parte, da voi illusa di trovare in Italia il piatto pronto.

Insieme alle vostre decolorate magliette è arrivata anche la campagna “Noi non stiamo con Salvini”, del magazine “Rolling Stone”, il cui appello contro il ministro degli Interni (per incrementare le risicate vendite si fa questo e altro) è stato sottoscritto dai cosiddetti “vip“ il cui consenso, in alcuni casi, è stato pure smentito dai diretti interessati. Ci piacerebbe leggere da qualche parte, nei prossimi giorni, un bilancio della vostra inutile iniziativa che, per alcuni aspetti, ci è apparsa anche un po’ bizzarra (tanto per essere buoni).

Aggiornato il 10 luglio 2018 alle ore 16:02