Crisi dei migranti: le parole chiave

Da movimenti secondari a rimpatri, da centri di sbarco a regolamento di Dublino: ecco un sintetico dizionario dei termini più utilizzati nell’ambito della crisi dei migranti.

CENTRI DI SBARCO - Definiti anche “piattaforme regionali”, sono la nuova proposta Ue per l’accoglienza dei migranti dopo le operazioni di salvataggio in mare per una prima valutazione del loro diritto d’asilo. Dovrebbero essere situati sulle coste dei Paesi del Nord Africa e co-gestiti da Onu e Ue.

DUBLINO - Entrato in vigore il 1/o gennaio del 2014, il regolamento Dublino III stabilisce che il Paese competente per l’esame della domanda d’asilo è quello di primo ingresso nel territorio Ue.

FRONTEX - L’agenzia europea aiuta gli Stati membri dell’Ue e i Paesi della zona Schengen a gestire le loro frontiere esterne e ad armonizzare i controlli. Ad essa si vorrebbe affidare il compito di diventare una vera polizia di frontiera, con mandato a pattugliare e inviare autonomamente le proprie guardie.

HOTSPOT - Sono aree attrezzate nei Paesi Ue di primo arrivo dove i migranti sono accolti, sottoposti alle operazioni di identificazione e informati sui loro diritti.

MOVIMENTI SECONDARI - I “movimenti primari” indicano la rotta percorsa dai migranti per giungere nell’Ue dal Paese d’origine. I “movimenti secondari” sono invece gli spostamenti tra un Paese e l’altro dell’Unione.

REINSEDIAMENTI - Sono i trasferimenti dei migranti riconosciuti bisognosi di protezione internazionale da un Paese extra-Ue a un Paese Ue dove sono ammessi per motivi umanitari o con lo status di rifugiati. E’ un canale di immigrazione regolare e sicuro.

RESPINGIMENTI - Quando i migranti sono rimandati nel Paese d’origine o di provenienza negandogli la possibilità di fare richiesta d’asilo.

RIMPATRI - I migranti vengono rimpatriati da un Paese Ue verso il Paese di origine quando non sussistono le condizioni per l’accoglimento della richiesta di asilo o per altri motivi di ordine pubblico.

RICOLLOCAMENTI - I trasferimenti da un Paese all’altro, all’interno dell’Ue, dei migranti che rientrano nella categoria dei rifugiati in base a un sistema di quote fissato a livello europeo.

SCHENGEN - È il trattato che sancisce la libera circolazione delle persone all’interno dell’area formata dai Paesi che vi hanno aderito. Ne fanno parte 26 Stati europei, di cui 22 membri dell’Unione europea. Prima a causa del terrorismo e ora anche in seguito alla crisi migratoria è messo in discussione dai Paesi che decidono unilateralmente di reintrodurre i controlli obbligatori alle frontiere interne (comunque previsti dal trattato in casi eccezionali e per un periodo di tempo limitato).

Aggiornato il 22 giugno 2018 alle ore 10:23