Di Maio, Rousseau e “I testimoni di Genova”

“Questo week-end invito tutti gli attivisti del MoVimento 5 Stelle a colorare l'Italia di giallo e riempire le piazze di gazebo e banchetti che informano i cittadini sui punti del contratto di governo che stiamo per stipulare. I materiali verranno forniti a tutti i gruppi locali non appena il contratto sarà ultimato. Informo anche tutti gli iscritti del MoVimento, ai sensi dell'articolo 4 comma b dello Statuto del MoVimento 5 Stelle, che nei prossimi giorni saranno chiamati a votare on-line su questo contratto di governo. La data e l'orario definitivi saranno comunicati non appena avremo il contratto ultimato, e credo che ormai sia questione di ore”.

L’estratto dalla letterina firmata da Luigi di Maio e inviata ieri sera a tutti gli iscritti alla piattaforma Rousseau ce lo ha portato un uccellino infiltrato. Basta leggerlo per capire come le dinamiche di chi dovrebbe rappresentare l’Italia nei futuri G7 o G8 che dir si voglia siano poco dissimili da quelle di una vera e propria setta di fanatici politici. Che nel caso in ispecie - più che ricollegarla a “Scientology” - potrebbe chiamarsi “I testimoni di Genova”. In omaggio alla città natale del noto comico Beppe Grillo, che poi è il capo in testa di tutto questo manicomio. Altri passi della lettera vantano i successi in questa grottesca trattativa per la formazione del cosiddetto “Governo del cambiamento” e tendono a porre l’adepto nella posizione dell’eroe del bene che lotta contro il male, cioè tutti gli altri. Per esempio questo stralcio: “...Infatti vedete tornare lo spread e tutti questi spauracchi che vogliono far credere agli italiani che il cambiamento è pericoloso. Sono gli stessi che dicevano che se avesse vinto il no al referendum sarebbe crollata l'economia. Ora ci dicono che rischiamo di fare la fine della Grecia, ma quella fine alla Grecia gliel'hanno fatta loro e le loro fallimentari politiche. Chi si tira indietro la dà vinta ai nemici del cambiamento”.

Che dire di più? Teoricamente i grillini con questi autogol comunicativi sarebbero i peggiori nemici di se stessi. Se solo gli elettori italiani smettessero di seguire mode e sondaggi e semplicemente tornassero a ragionare.

Aggiornato il 19 maggio 2018 alle ore 11:04