Mattarella: “Scelta del premier spetta a me”

Il capo dello Stato ricorda a tutti gli attori in gioco che spetta a lui e solo a lui la nomina del premier. Sergio Mattarella spende parole in favore di un accordo, ma avverte Luigi Di Maio e Matteo Salvini seduti al tavolo delle trattative per concepire un programma di governo che sia condivisibile per le forze in campo.

“Rendere omaggio oggi, nel 70° anniversario del giuramento del primo presidente costituzionale della Repubblica, significa riflettere sui caratteri della nostra democrazia, che reca i segni incancellabili del suo magistero”, afferma sabato a Dogliani, nelle Langhe cuneesi, celebrando Luigi Einaudi, il primo presidente eletto della Repubblica italiana.

E lo fa cogliendo l’occasione per mandare un messaggio netto a Lega e Movimento 5 Stelle che in queste ore stanno scegliendo la squadra di governo e il programma da presentare in Parlamento. “Cercando sempre leale sintonia con il governo e il Parlamento, Einaudi si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario. Fu il caso illuminante del potere di nomina del presidente del Consiglio, dopo le elezioni del 1953. Nomina per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Dc”, dice Mattarella sottolineando che quella di Einaudi fu “una presidenza tutt’altro che notarile”.

In occasione del 70° anniversario del giuramento del primo presidente costituzionale della Repubblica, Mattarella ricorda inoltre come quella italiana fosse una democrazia in bilico. “Erano avvenute scelte divaricanti, ma i risultati delle elezioni generali del 18 aprile 1948 avevano rappresentato lo spartiacque che avrebbe segnato i decenni successivi.

E la democrazia uscì vincente dalla prova. Difatti la divaricazione tra le forze politiche legittimate a guidare il Paese e le forze politiche alle quali era assegnato il ruolo di opposizione non si tradusse mai in una democrazia dissociativa che avrebbe reso la Repubblica fragile e debole”.

Nel ricordare la lezione di Einaudi, però, Mattarella ha colto l’occasione per lanciare una avvertimento netto a Salvini e Di Maio sulle prerogative del capo dello Stato e sulla centralità del Parlamento. E chissà se i due leader abbiano ricevuto e compreso il messaggio.

Aggiornato il 14 maggio 2018 alle ore 12:33