Mattarella rispetti il voto degli italiani

lunedì 7 maggio 2018


Per la prima volta dal 1948 i risultati elettorali sono stati chiarissimi e coincidenti massimamente con la volontà dei cittadini, e tutto ciò nonostante una legge elettorale che ha garantito il posto ad incompetenti residui del passato che nessun italiano intendeva rivedere più. Il governo di Matteo Salvini, centrodestra e Luigi Di Maio sarebbe dovuto sorgere subito, entro le prime due settimane dal voto. L’incertezza nel non aver ancora dato un governo al Paese si paga in termini di costi che sono a carico nostro. Cosa fare adesso?

Bisogna fare un governo di centrodestra, anche senza i 5 Stelle. Se Giorgio Napolitano ha fatto governi senza elettori, il centrodestra non può fare oggi un misero governo senza una maggioranza inizialmente definita e completissima? Salvini deve smettere di cercare scuse. Deve fare come detto, cioè la ragione per cui è stato votato: deve annunciare di andare al Quirinale con la squadra di governo (ci metta dentro Topolino, Paperino, Qui Quo Qua, chi gli pare), dica alla stampa che ha una lista dei ministri pronta affinché Mattarella la omologhi e ne prenda atto. Mattarella, messo di fronte al fatto compiuto, non potrà mettersi contro gli eletti dagli italiani. Se lo farà, bisognerà addirittura festeggiarlo perché sarà (sarebbe) un chiaro messaggio alla considerazione e al rispetto di ciò che è stato deciso attraverso il voto democratico. Silvio Berlusconi, nello stesso momento, rilasci dichiarazioni pubbliche di accordo totale con Salvini e la Meloni. Messo così alle strette, Mattarella dovrà dare l’incarico a Salvini. In caso contrario, il capo dello Stato avrà la responsabilità del non governo o di un altro governo non eletto contro cui il centrodestra deve annunciare da subito che farà fuoco e fiamme. O adesso si fa così, forzando la mano, o prepariamoci al peggio perché quelli che verranno saranno lì proprio e unicamente per ammutolire gli italiani.

Adesso si deve tirare fuori un governo di centrodestra per “sfangare” la pericolosissima fantasia di ripetere quanto abbiamo già provato nefastamente dal 2011.


di Francesca Fantetti