Il Campidoglio come la Terza C

“Avevo chiesto di sedere nello scranno che fu di Virginia Raggi e invece mi viene vietato di occupare i posti dell’ultima fila. Mi chiedo dov'è l'articolo del regolamento che prevede di escludere una scelta del posto ai consiglieri”.

La consigliera del Gruppo Misto (ex M5s) Cristina Grancio, espulsa di recente dal Movimento 5 Stelle – in realtà era già stata espulsa in precedenza ma poi riammessa – ci fa capire come dopo due anni di regno grillino il Campidoglio si sia ormai trasformato in una sorta di “Terza C”. Dove i dispetti e il bullismo istituzionale prevalgono su tutto il resto. Che poi è poco meno di niente vista la sostanziale inerzia di un’amministrazione comunale che si constata incapace e paralizzata.

La vicenda appare ancora più ridicola se si pensa che è accaduta qualche giorno fa all’inizio di una seduta che doveva essere dedicata alla risoluzione di una missione quasi impossibile come il risanamento dei conti della municipalizzata dei trasporti romani, cioè l’Atac. Un po’ come accadeva talvolta – poco prima della distribuzione del compito in classe di matematica – quando qualche alunno cercava disperatamente di non fare iniziare la lezione. Fatto sta che la ridicola situazione ha avuto persino un voto per sancire l’intangibilità “divina” dell’ex scranno della Raggi. Come recita l’Ansa, sprezzante del ridicolo, “con 25 voti a favore e otto contrari l’Assemblea capitolina ha approvato la decisione dei capigruppo che vieta a chiunque di sedersi sulla fila di scranni di opposizione che furono del M5s nel 2013”.

Ma la cosa ancora più assurda è stato il dibattito che ha preceduto il voto. Sempre l’Ansa racconta l’appassionata difesa del “diritto della Grancio di sedersi dove preferisce”, perorata da Giorgia Meloni, che è caduta nel tranello della caciara grillina con tutte le scarpe. Per tacere della consigliera Valeria Baglio (Pd), che ha preso la parola “argomentando” così:  “È una cosa ridicola che dobbiamo stare qui a discutere degli scranni liberi e che il Movimento 5 Stelle deve decidere a chi assegnare. È una vergogna che ci costringete a votare su questo, nessuna capigruppo si è mai espressa sul mio posto”.

Pronta la replica di una delle guardie rosse della sindaca “che ha fatto la storia”, cioè il capogruppo al Campidoglio dei Cinque Stelle, Paolo Ferrara: “So che molti di voi sono esperti in poltrone visto che ne hanno addirittura due”.

Ecco questa è la nuova Italia a trazione grillina. La stessa che in quel di Milano – l’altra sfortunata capitale d’Italia – ha osato fischiare non solo la Brigata ebraica ma persino i reduci ebrei della deportazione, il tutto  nascondendosi dietro le bandiere dei filo-palestinesi che ormai hanno monopolizzato la “festa” del 25 aprile.

Aggiornato il 26 aprile 2018 alle ore 11:36