Elezioni: il segreto di Pulcinella

Cosa succederà dopo le elezioni? Non è impossibile prevedere quale sarà lo scenario post voto visto che gli indizi portano dritti a quella ingovernabilità intrinsecamente connessa ad una legge elettorale fatta apposta per l’inciucio.

E non è nemmeno un caso che di questi tempi fiocchino le dichiarazioni contro le grandi coalizioni perché è un modo come un altro per alzare il prezzo, per farsi invitare al banchetto o per giustificare una esclusione già annunciata. Coloro i quali invece rifiutano a priori di prendere posizione contro le grosse alleanze post voto sono chiaramente in avanzata fase di trattativa per la formazione di un pateracchio governativo.

Nonostante facciano finta di darsele di santa ragione i giochi sono fatti tanto che, salvo una remuntada di due punti in dieci giorni, la coalizione di centrodestra sfiorerà la fatidica soglia del quaranta per cento facendo la parte del leone nel prossimo Parlamento senza però avere i numeri per governare in solitudine.

La qual cosa potrebbe essere anche una notizia positiva per i meno sprovveduti perché governare di questi tempi significa adottare provvedimenti impopolari o quanto meno non avere risorse a disposizione per fare cose concrete dovendosi barcamenare e rischiare quindi la figuraccia.

A questo punto gli scenari che si aprono sono dei più vari: c’è chi teorizza un governo di centrodestra con appoggio esterno, c’è chi guarda già ai transfughi pentastellati, c’è chi propone la classica riserva della Repubblica appoggiata dal centrodestra e da una truppa di volenterosi con a capo Beatrice Lorenzin ed Emma Bonino, c’è chi va sul classico teorizzando un governo di chi ci sta con uno zoccolo duro composto da Partito Democratico e Forza Italia magari con a capo Paolo Gentiloni e poi ci sono gli innovatori i quali pensano entusiasticamente (o sperano) che si possa trovare una maggioranza intorno ai Cinque Stelle. L’unica certezza – ormai largamente diffusa tra gli addetti ai lavori – è che nessuno prevarrà a tal punto da governare in autonomia.

Noi non parteciperemo all’esercizio di fantasia collettivo ipotizzando un dream team parlamentare perché, più realisticamente, reputiamo che ci siano tre indizi che probabilmente possono aiutarci ad intuire come andrà realmente a finire senza scomodare la cabala o le scommesse azzardate. Il primo è che, stante gli ultimi sondaggi disponibili, Sergio Mattarella non potrà fare a meno di conferire il mandato esplorativo ad un esponente indicato dal centrodestra (non necessariamente organico al centrodestra) ricalcando il metodo adottato nella precedente legislatura con Enrico Letta che nel 2013 fu indicato dalla coalizione più pesante venuta fuori dalle elezioni.

Il secondo indizio – e Matteo Renzi lo ha dichiarato apertis verbis recentemente – è che nel 2022 (a Parlamento venturo in carica) ci sarà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica ed il sedicente arco costituzionale ha tutto l’interesse ad avere una maggioranza parlamentare omogenea ed omologata per scongiurare un assetto – magari venuto fuori da un prematuro scioglimento delle Camere -  in cui nella delicata scelta siano determinanti i cosiddetti antisistema.

L’ultimo indizio sono le parole che Paolo Gentiloni ha utilizzato per rassicurare Angela Merkel circa la conformazione europeista del prossimo Governo proferite con la sicurezza tipica di chi nella vicenda ha un ruolo di primissimo piano e la sa lunga.

Se diciamo che la partita è chiusa e l’inciucio è servito non abbiamo mica scoperto l’acqua calda. Questo è il segreto di Pulcinella.

Aggiornato il 23 febbraio 2018 alle ore 18:17