Il populismo e il falso mito della sovranità popolare

giovedì 15 febbraio 2018


Il populismo è in pratica una forma di dittatura che le élite concedono alla gente in sostituzione della  sovranità popolare e lo fanno come scorciatoia per andare al potere o conservarlo.

Il concetto va sempre ribadito perché in fondo è quello che riassume anche l’andata al potere di Adolf Hitler e la sua permanenza come dittatore dal 1933 in poi. E lo stesso processo, bene o male, sta dietro persino alla dittatura del proletariato dei comunisti e in genere dietro ogni autoritarismo dal fascismo di Mussolini alle attuali involuzioni autoritarie in senso nazional islamista di Erdogan in Turchia.

Nel libro del 2012 “Legalità e populismo” del professore Ettore Gliozzi questi concetti vengono spiegati benissimo. E viene fornito anche l’antidoto a questa perversa spirale tra classi dirigenti e populismo: lo Stato di diritto. Che come non può essere oltrepassato dalla volontà di un sovrano che diventa altrimenti “assoluto”, così non può neanche essere superato dalla volontà del popolo, magari travestita da “pubblica opinione”. Che poi inventa i fenomeni “percepiti” in antitesi a quelli reali.

Insomma la volontà del popolo, come quella di un sovrano, non possono e non devono mai prevalere su quel che la legge stabilisce basandosi su una costituzione formale – non materiale – scelta democraticamente ma sempre secondo i canoni dei diritti dell’uomo che sono poi , bene o male, la costituzione mondiale. E la volontà del popolo contro la legge fondamentale non deve essere mitizzata con l’ausilio vigliacco cui si prestano alcuni mass media. C’è chi accusa persino la Carta dei diritti dell’uomo del 1953 di essere un prodotto del mondialismo o qualcosa deciso dalle potenze vincenti della Seconda guerra mondiale.

Ebbene, sono obiezioni pelose, ma se pure avessero un fondamento, essendo stato quello comunque un punto di equilibrio faticosamente raggiunto, noi non possiamo permetterci di distruggerlo in nome del nulla. Queste riflessioni i partiti politici cosiddetti moderati devono cominciare ad avere il coraggio di sbandierarle sotto il naso dei vari politici grillini o leghisti che credono che in nome della sovranità del popolo si possano fare leggi contro la costituzione e il buon senso, o magari discriminare gruppi etnici, sociali o religiosi.

Ci sono cose che, anche se in tanti le vorrebbero (o peggio qualcuno li incita a volerle), semplicemente non possono e non devono essere fatte. Se si supera questo discrimine l’uomo torna a vivere nella giungla.


di Dimitri Buffa