La teologia social di Papa Bergoglio

“La prima fake news l’ha comunicata il serpente a Eva”.

Se questa è teologia, sia pure strizzando l’occhio ai social e spiegata ai dummies, noi siamo un esercito di fedeli veramente sfigati. L’albero della conoscenza del bene e del male, il simbolo di discrimine tra fede e ragione, viene liquidato come una idiozia di qualche troll grillino. Magari Bergoglio crede così di essere ammiccante, ma francamente sta diventando come un pm che vuole sempre stare in prima pagina.

C’è un qualcosa di ossessivo in questo moralismo post moderno. Quasi un tanto al chilo come quello dei Cinque stelle. Appena più ecumenico. Certo non molto più profondo. Qualcuno grida “a ridatece er tedesco”, cioè Papa Ratzinger, ma giunti a questo bivio del pontificato di Francesco, viene in mente che ai grandi argentini al colmo del successo, scatti sempre qualcosa di autodistruttivo. Vedi Maradona. Qui l’autodistruzione si chiama “accoglienza”.

E la bomba che può deflagrare è quella islamica. Ma l’uomo che credeva di traghettare la chiesa nella modernità di fatto la sta trasformando in una grande Ong. Che non organizza l’accoglienza ma semplicemente la promuove mediante massiccio uso di infusione di sensi di colpa nei cittadini di fede cattolica dello stato ospite del Vaticano.

Aggiornato il 27 gennaio 2018 alle ore 09:00