Quel Gentiloni bis che piace tanto ai media di Mattarella

Un Gentiloni bis che stoppi Matteo Renzi e congeli il centrodestra, a questo starebbero lavorando i soliti “poteri forti”, i “salotti buoni” dell’editoria e tutta quella masnada di galleggiatori che chiede a gran voce “meno Italia e più Europa”.

Così non passa giorno che giornali figli del sistema e tivù tutte non ci ricordino di andare a votare. E perché lo dicono il presidente Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni: i media ci rammentano sempre questo tandem di tifosi delle urne, quasi che l’uno parteggi per l’altro, o che il secondo lasci intendere che il Quirinale gradirebbe un Gentiloni bis. Non dimentichiamo come nei vari spazi d’informazione e intrattenimento politico ormai si sprechino le frasi d’appoggio a Gentiloni, ritenuto coram populi “gradito ai poteri europei”.

Affermazione solo apparentemente senza senso, ma che significa come l’attuale Presidente del Consiglio si sia (e sia stato) blindato e incastonato in varie trattative, prevedendo una sua permanenza a Palazzo Chigi. La riprova a queste ipotesi l’abbiamo avuta quando Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron si sono incontrati, e poi hanno inviato al “Gruppo dei saggi” (chiamati a lavorare sulla definizione del “Trattato del Quirinale” fra Italia e Francia) una lettera di incarico che definisce compiti, finalità e perimetro del lavoro dei sei.

Come è noto i componenti per parte italiana del Gruppo sono Franco Bassanini, Marco Piantini e Paola Severino: insomma tre “gentiloniani di ferro” graditi a Mattarella e noti a Macron (il suo mentore Jacques Attali li incontrava a Bruxelles circa una ventina d’anni fa). Macron, prima di tornare a Parigi (circa due settimane fa) ha augurato a Gentiloni d’essere confermato a Palazzo Ghigi: frase di rito, forse obbligata, ma certamente Macron interpreta i desiderata anche di Germania, Olanda, Belgio, Danimarca... e via via tutti i gruppi che influenzano la politica di Ue e Banca centrale europea. E qualcuno avrebbe anche ipotizzato che Mario Draghi non potrebbe mai accettare una candidatura alla presidenza italiana del Consiglio per non fare torto alla linea dei paesi che controllano l’Unione europea.

“L’Italia e la Francia sono naturalmente legate da una vicinanza storica, economica, culturale e umana eccezionali - si legge nella nota di Palazzo Chigi - In linea con gli orientamenti concordati in occasione del vertice di Lione, il ‘Trattato del Quirinale’ dovrà dare un forte impulso alle relazioni tra i nostri Paesi strutturandole e dando loro dei nuovi obiettivi, arricchiti di una duplice dimensione bilaterale ed europea. L’obiettivo è quello di concludere questo Trattato in occasione del prossimo vertice bilaterale, che si terrà in Italia nel secondo semestre del 2018”.

Qui non pochi dirigenti di Quirinale, Senato e Camera leggono l’auspicio che sia Gentiloni ad incontrare nuovamente Macron. La chiamano “scelta di stabilità per l’Italia”.

“In questa prospettiva - si legge nella nota di Palazzo Chigi - i lavori del ‘Gruppo di alto livello’ saranno organizzati in due fasi: una prima tappa riguarderà il contenuto del futuro Trattato sia che si tratti di proposte istituzionali che dei settori di partenariato menzionati nel testo del Trattato: il quadro istituzionale dovrà favorire l’affermazione nel tempo di un ‘riflesso italo-francese’ e di una cooperazione strutturata...”. Nel gruppo di lavoro, oltre a Franco Bassanini, Marco Piantini e Paola Severino, ci sono vari alti dirigenti dello Stato (tutti esperti di trattati, giuristi e ambasciatori). Secondo voci di corridoio, al Quirinale avrebbero ventilato che, solo la permanenza di Gentiloni favorirebbe sviluppi futuri alle relazioni bilaterali tra Francia e Italia. In quest’ottica, il presidente Mattarella potrebbe non incaricare che Gentiloni, congelando le eventuali altre vittorie elettorali: soprattutto fermerebbe l’ascesa del grillino Luigi Di Maio, e perché dopo la vittoria elettorale spetta comunque al Presidente della Repubblica incaricare o meno il nuovo premier. Ecco che, per i soliti “beninformati”, Mattarella avrebbe già pensato di suggellare l’accordo ombra tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, promettendo loro uno stop alle iniziative della magistratura e, soprattutto, che per il bene dell’Italia necessita fermare Di Maio e, forti del consenso europeo, confermare Gentiloni.

Ma Berlusconi da Bruxelles ha ribadito “escludo la possibilità di una grossa coalizione”. Ogni previsione potrebbe così venire smentita. Del resto, forse a scapito delle manovre europee, in Italia c’è ancora la possibilità di votare, brogli permettendo.

Aggiornato il 24 gennaio 2018 alle ore 07:54