Rosatellum e rebus delle candidature

Da molte legislature non si assisteva a tanto fermento intorno alle candidature per le elezioni politiche. Il motivo va ricercato nella nuova legge elettorale, la n. 165 del 3 novembre 2017, comunemente nota come “Rosatellum”, dal nome del suo ideatore e capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei deputati, Ettore Rosato.

La spiegazione del ritorno d’interesse sui candidati si spiega con l’introduzione dei collegi uninominali, dove risulta vincitore chi ottiene un voto più degli altri. In seguito all’abolizione delle preferenze e all’introduzione di liste bloccate secondo un ordine deciso dalle segreterie politiche, i candidati avevano finito per perdere ogni radicamento territoriale. I collegi uninominali (232 alla Camera e 102 al senato) impongono invece ora un confronto diretto fra i candidati, per cui il rapporto territoriale e la conoscenza delle sue problematicità torna a essere centrale. Non è un ritorno alle preferenze, ma l’elettore potrà “preferire” il candidato che secondo lui rappresenterà meglio le istanze del collegio di appartenenza. La ricerca di nomi noti e attrattivi, legati al territorio, può fare la differenza, soprattutto nelle situazioni di equilibrio fra le forze politiche in gioco.

Per i candidati nei collegi uninominali questo significa monitorare il consenso in progress, avendo riguardo alle peculiarità del territorio ricompreso nel collegio. Non è un caso che alcuni istituti che si occupano di studi politici stiano vendendo elaborazioni molto sofisticate sui collegi, informando i candidati sulla composizione del corpo elettorale, sulle fasce d’età, sulla scolarizzazione, sulle preoccupazioni e sulle aspettative degli elettori. Si tratta di dati e informazioni costantemente aggiornati, che il candidato può utilizzare per comprendere la realtà di riferimento e trasformarla in offerta politica.

Altro elemento che avvicina il candidato al territorio è dato dalle liste corte nei collegi plurinominali. Non più elenchi interminabili di candidati sotto il simbolo di ciascuna lista, ma pochi nomi che, giocoforza, saranno tanto più competitivi quanto più si saranno distinti nel collegio nel quale concorrono. Fra le innovazioni del Rosatellum vi è dunque quella di un rinnovato legame fra eletti ed elettori. Il rebus delle candidature sta impegnando i partiti perché sono consapevoli che il rapporto con il territorio è tornato a essere centrale.

Aggiornato il 20 gennaio 2018 alle ore 08:12