La Consulta boccia la “Buona scuola”

Oramai è come la storiella degli undici piccoli indiani. Non c’è legge-manifesto del Governo Renzi che regga all’impatto di costituzionalità.

L’altro giorno ad esempio è stato il turno di quella sulla “Buona scuola” tanto decantata, soprattutto dall’ex ministro Stefania Giannini. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato illegittimo, su istanza del Tar del Lazio, l’articolo 1, comma 110, ultimo periodo, della legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti) nella parte in cui prevede che “ai concorsi pubblici per titoli ed esami non può comunque partecipare il personale docente ed educativo già assunto su posti e cattedre con contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato”. E “in via consequenziale, l’illegittimità costituzionale dell’articolo 17, terzo comma, ultimo periodo, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59”. Con questa ultima disposizione, infatti, “nel disciplinare la fase transitoria del reclutamento del personale docente, il legislatore delegato ha previsto che, entro il febbraio 2018, sia bandita una procedura concorsuale in ciascuna Regione, per ciascuna classe di concorso e tipologia di posto”.

Infatti era implicito che, nella partecipazione alla prossima procedura concorsuale, “l’ulteriore requisito di non essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato da docente presso le scuole statali”, fosse una conditio sine qua non. La ratio della bocciatura è questa: “La disposizione censurata esclude dai concorsi pubblici per il reclutamento dei docenti coloro che siano stati assunti con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali. In questo modo, il diritto di partecipare al concorso pubblico è condizionato alla circostanza – invero ‘eccentrica’ rispetto all’obiettivo della procedura concorsuale di selezione delle migliori professionalità – che non vi sia un contratto a tempo indeterminato alle dipendenze della scuola statale. Di contro, un’analoga preclusione non è prevista per i docenti con contratto a tempo indeterminato alle dipendenze di una scuola privata paritaria, né per i docenti immessi nei ruoli di altra amministrazione”.

Insomma una legge, l’ennesima, fatta con i piedi. Così adesso salta tutto il bando concorsuale e buona notte. Alla buona scuola.

Aggiornato il 07 dicembre 2017 alle ore 09:47