Ema: “La Spagna aveva dato l’ok a Milano, poi il voltafaccia”

Il ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis aveva promesso al governo italiano l’appoggio di Madrid alla candidatura di Milano per l’Ema, “ma poi la Spagna non ci ha votato”. Lo riferiscono all’Ansa fonti vicine al dossier ricordando comunque che alla fine “ha prevalso la sfortuna”: “Si è andati al bussolotto sia per l’Ema che per l’Eba. I francesi sono stati fortunati, noi no. Era pareggio per noi come lo era per loro. Ma la costruzione delle alleanze e il lavoro fatto sono stati gli stessi”. Gentiloni “era molto arrabbiato” per la scelta della Spagna nelle votazioni per l’assegnazione dell’Ema, ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, sottolineando di aver sentito al telefono il premier subito dopo la decisione a Bruxelles. Maroni ha spiegato che Gentiloni era arrabbiato “perché dice che la Spagna ha votato per Amsterdam: le rivalità, le ripicche prevalgono sulla strategia”. “Vorrà dire - ha commentato Maroni - che sosterremo più fortemente la Catalogna nella sua richiesta di autonomia e indipendenza...”.

“Io e Sala - ha aggiunto Maroni - abbiamo fatto di tutto per costruire un dossier competitivo. Resta il dubbio che fra seconda e terza votazione, quando c’era bisogno di essere lì e bastavano due voti, se ci fosse stato il Governo, il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbe andate diversamente”. “Tutto si è giocato in mezz’ora - ha concluso Maroni - C’era il sottosegretario Gozi, forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza”. Le regole per l’assegnazione delle agenzie europee Ema e Eba, compreso il sorteggio finale, “sono state prese dai 27 ministri degli Esteri, non è questo l’indirizzo a cui chiedere”, ha dichiarato ieri il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas, interpellato a riguardo. Schinas ha anche negato l’esistenza di divisioni nell’Ue: “Non c’è ragione per parlare di scarto Nord-Sud o Est-Ovest”.

Aggiornato il 21 novembre 2017 alle ore 21:00