Berlusconi: oggi a Strasburgo l’udienza della Corte per i diritti umani

Alla Corte europea dei diritti umani è tutto pronto per la prima e unica udienza sul ricorso che Silvio Berlusconi ha presentato quattro anni fa contro la decadenza del suo mandato di senatore e il divieto di candidarsi a qualsiasi elezione per sei anni. Una situazione venutasi a creare con l’applicazione della legge Severino. Stamattina alle 9.15, come vuole il rito, al suono di una campanella tutti coloro che sono presenti nell’aula si alzeranno in piedi e dopo che un usciere avrà pronunciato le parole “la Cour” entreranno i 17 giudici che compongono la Grande Camera che deciderà delle sorti del Cavaliere. Lui non sarà lì per assistere al dibattimento che si svolgerà tra i suoi avvocati e i difensori del governo che avranno 30 minuti a testa per esporre le loro ragioni. A rappresentare l’ex premier in aula saranno i legali Bruno Nascimbene, Andrea Saccucci, Edward Fitzgerald e Steven Powles. Mentre Niccolò Ghedini e Franco Coppi siederanno nel pool della difesa come consulenti. Il governo sarà invece difeso dal suo co-agente, Giuliana Civinini, affiancata dalla collega Paola Accardo. 

A comunicare l’ordine in cui le parti si esprimeranno sarà il presidente della Grande Camera, il giudice tedesco Angelika Nussberger, dopo che avrà letto le tappe salienti del ricorso che Berlusconi ha presentato nel settembre 2013. Tra i giudici della Grande Camera non vi sarà Guido Raimondi, l’attuale presidente della Corte di Strasburgo, ritiratosi dal caso perché a candidarlo come togato della Corte fu l’allora governo Berlusconi. Al suo posto siederà Ida Caracciolo, uno dei cosiddetti giudici “ad hoc” che ogni governo deve nominare come possibili sostituti del togato del loro paese se questo per qualche ragione non prende parte al caso. Dopo aver ascoltato le parti i giudici potranno porre delle domande a cui, dopo un’interruzione di circa 15 minuti, i legali di Berlusconi e il governo avranno circa 10 minuti per rispondere. Al termine dell’udienza i giudici si ritireranno per deliberare. Ma questa sarà solo la prima delle riunioni fissate per decidere del caso. La sentenza, in base ai precedenti e salvo colpi di scena, dovrebbe arrivare solo tra diversi mesi, c’è chi dice sei e chi anche nove. È la prima volta che la Corte di Strasburgo si trova a dover decidere se la decadenza di un mandato parlamentare e l’incandidabilità devono essere considerate, come affermano i legali di Berlusconi, delle sanzioni penali non applicabili retroattivamente.

Aggiornato il 21 novembre 2017 alle ore 20:57