L’Italia è una vecchina, che non molla

In questi giorni quasi tutti gli Italiani si sono rispecchiati in Giuseppina, conosciuta ormai da tutti gli italiani come nonna Peppina, sfrattata perché la sua casetta di legno è stata dichiarata abusiva per il mancato rispetto di un vincolo paesaggistico. Lei si è detta dimenticata dalle Istituzioni, la figlia ha considerato questo sgombero un insulto all’umanità. È la solita storia dei privilegi di alcuni e dei torti subiti dai più deboli, ma con qualcosa in più. Anzitutto gli Italiani cittadini di serie B, una denuncia che da tempo facciamo ma che i divani in pelle dei salotti buoni sembrerebbero non riuscire a sentire, o forse a comprendere. Laddove solo Organizzazioni non governative ed esperti del cooperativismo possono arrivare, così efficaci nel perorare le ragioni dei migranti, dei non italiani.

È anche la storia di un’Italia piegata dal terremoto, cui continuano ad arrivare “mazzate su mazzate”, umiliazioni, tonnellate di sale sulle ferite. Quella vergogna degli sms, delle opere mai iniziate, delle macerie che, quelle sì, ancora fanno da sfondo al paesaggio della nostra Italia centrale (altro che abusi edilizi e casette di legno). E non a caso sabato 21 ottobre ci sarà l’ennesima manifestazione di sdegno in Piazza Montecitorio organizzata dai terremotati del Lazio dell’Umbria e delle Marche intitolata “La Ri-Scossa dei Terremotati”.

È l’immagine di un’Italia che fatica, si preoccupa del futuro, vive le periferie e il disagio, e che cozza con quella di un Parlamento che si affatica per una legge elettorale “garantisci poltrona e governi di larghe intese” e che fa scioperi per la fame per lo Ius soli.

È una Nazione che favorisce gli okkupanti e le banche, ma che sfratta due anziani disabili, come avvenuto a Sonia e ai suoi due genitori novantenni in zona Tiburtino a Roma. Sonia ha perso il lavoro e non è stata più in grado di pagare l’intera rata del mutuo della casa, che è finita sotto pignoramento per il cinismo del sistema creditizio e bancario. Nonostante i ripetuti tentativi di rinegoziazione con l’istituto bancario, rimasto insensibile alle richieste della signora Sonia, il destino di questa famiglia era quello di dover abbandonare la casa. Un destino al quale mi sono opposto di persona, accanto a Sonia e ai suoi anziani genitori, e che almeno temporaneamente è stato rimandato. Una storia che ho avuto modo di denunciare con Federica Nobilio, portavoce regionale del Movimento Terra Nostra Italiani per Giorgia Meloni.

Poi c’è il caso di Vincenzo e dei tanti italiani che ancora combattono con case pignorate e difficoltà ad arrivare alla fine del mese con un mutuo sulle spalle. Sembra infatti che mentre i telegiornali sono impegnati a descrivere l’Italia della crescita e del lavoro, in pochi siano rimasti a denunciare il grave stato in cui versa la nostra Nazione, un’Italia che ancora non è tornata ai livelli pre-crisi e che, ogni giorno di più, vede alimentarsi la forbice tra chi è più povero e chi è più ricco, o meglio tra chi è indifeso e povero di tutele e chi invece gode di privilegi, sempre più grassi.

E Peppina rappresenta tutto questo, un’Italia che è una vecchina che vuole rimanere in piedi, che non si arrende, che non molla. Negletta dai suoi governanti ma pronta ad alzare la voce e a vivere con dignità. Vorremmo fosse un esempio per tutti noi, in particolare per le nuove generazioni della nostra Patria. Giorgia Meloni aveva lanciato un appello alla Fondazione Alleanza nazionale affinché si rendesse “disponibile nei confronti della famiglia Fattori per contribuire - in tempi rapidi e nel rispetto di tutte le vigenti normative anti-sismiche - alla ricostruzione della casa di nonna Peppina sul terreno di sua proprietà”. E quella risposta, a differenza del sollecito al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è arrivata ed è stata positiva. Ad annunciarlo è stato proprio la leader di Fratelli d’Italia: “Ci occuperemo noi di ricostruire la casa a nonna Peppina, affinché possa passare la sua vita e i suoi anni dove vuole stare”.

C’è ancora chi pensa che tutelare per primi gli italiani sia una priorità. Non un atteggiamento populista, non un atteggiamento razzista. Semplicemente una scelta giusta. La nostra.

(*) Consigliere regionale del Lazio e Membro dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia

Aggiornato il 16 ottobre 2017 alle ore 17:44