Legge elettorale con fiducia: bagarre alla Camera dei deputati

mercoledì 11 ottobre 2017


Il governo pone nell’Aula della Camera la questione di fiducia sulla riforma della legge elettorale. Lo ha comunicato ieri all’Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, nel bel mezzo della bagarre scoppiata in Aula. Mentre i deputati di maggioranza restavano immobili, quelli di M5S hanno urlato sventolando le copie del regolamento di Montecitorio: uno di questi volumi è stato lanciato al centro dell’Emiciclo da Danilo Toninelli di M5S mentre i suoi colleghi gridavano e fischiavano e Carla Ruocco sbatteva sul banco la “ribaltina” di legno, per fare rumore. All’estrema sinistra, stesse urla, con i deputati Mdp e SI tutti in piedi a battere sui banchi in segno di protesta. Dal banco della commissione Ignazio La Russa (Fdi) ha alzato un cartello con la scritta “Hablamos”, parliamo, leitmotiv della campagna unionista della Catalogna. Le “fiducie” saranno tre, sui primi tre articoli dei cinque di cui si compone la legge elettorale: due si voteranno oggi, la terza giovedì. Lo hanno deciso i capigruppo di Montecitorio. La prima fiducia, sull’articolo uno si voterà dalle 15.45, mentre le dichiarazioni di voto avranno inizio dalle 13,45.

Dopo l’appello del Pd al premier Paolo Gentiloni per l’apposizione della fiducia sul provvedimento, una posizione bollata come “eversiva” dal Movimento cinque stelle, era intervenuto il Quirinale. Il presidente della Repubblica pur non esprimendo valutazioni nel merito del testo in esame in Parlamento o di scelte diverse in materia e neppure sull’ipotesi di voto di fiducia - è quanto era trapelato dal Colle - continua a considerare positivo l’impegno in Parlamento per giungere a una nuova legge elettorale, auspicando che questo avvenga con ampio consenso. Immediata la replica degli altri partiti che hanno appoggiato il Rosatellum. “Non voteremo la fiducia ma diremo sì alla legge”, fa sapere la Lega. Forza Italia “voterà sì alla legge, pur non partecipando, ovviamente, alla votazione sulla fiducia”, aveva sapere Renato Brunetta.


di Redazione