Ius soli e dintorni: sciopero della fame “a tempo”

Certi personaggi di oggi hanno rovinato (o almeno ci stanno provando) anche il valore morale, civile e politico del digiuno.

Noi, nostalgici delle battaglie radicali (magari, talvolta, non condivisibili ma comunque importanti per la storia del Paese), rimaniamo increduli e a bocca aperta di fronte allo sciopero della fame “a tempo” di variegati soggetti che vogliono a tutti i costi una pronuncia sul cosiddetto “Ius soli” sul quale, ci si permette di aggiungere, non proprio la maggioranza degli italiani sembra essere proprio d’accordo.

Il Partito Democratico, fiutata l’aria che tira nel Paese, non proprio propenso al provvedimento, ha fatto sapere che della questione se ne riparlerà nella prossima legislatura. Punto. Questi “affamati a tempo determinato” hanno pensato bene (naturalmente secondo il loro discutibile punto di vista) di mettere in scena una protesta al limite del ridicolo: il digiuno per protesta “a tempo” pur di ottenere il voto parlamentare sulla normativa relativa allo Ius soli.

In questa sede ci si permette di chiedere: se alla protesta hanno dichiarato di aderire un ministro in carica (Delrio) e il presidente di una Commissione parlamentare (Bindi), perché gli stessi non hanno deciso - almeno per coerenza con se stessi e i loro valori civico/morali - di dimettersi dai rispettivi incarichi? Sapete com’è: talvolta la protesta porta ad estreme conseguenze... O almeno si chieda scusa a Marco Pannella, che di digiuni (veri) ne sapeva qualcosa in più.

Aggiornato il 10 ottobre 2017 alle ore 15:35