Mass media: un brutto spettacolo quotidiano

Si assiste quotidianamente a un avvilente spettacolo offerto dai media sia pubblici che privati. Per non parlare del giornalismo attuale, che è tuttaltro che libero, come sostengono i soliti difensori d’ufficio. La televisione sia pubblica che privata è ormai schierata sull’asse Renzi-Berlusconi. Se è vero come è vero che, alle sette del mattino, prendiamo contezza dell’analisi puntuale fatta da Franco Di Mare, che parla della pressione fiscale che ha raggiunto la percentuale record del 70 per cento, tra imposte dirette, indirette e balzelli vari. Percentuale che ha distrutto le imprese e il lavoro autonomo, con la conseguenza che il ceto medio ha raggiunto la soglia di povertà. Ceto medio che, insieme alle piccole imprese e all’artigianato, ha da sempre rappresentato la ricchezza del Paese.

Di contro, Rai e Mediaset, per non parlare di La7 di Urbano Cairo, esaltano l’opera del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che afferma che la pressione fiscale è diminuita. Ma non sono l’unico davanti alla tivù. Condivido questo strazio con milioni di connazionali. E non faccio fatica a definire lo scenario che abbiamo davanti deprimente e al contempo devastante. Tutti noi italiani, indipendentemente dalla personale idea politica, non possiamo che ribellarci e chiedere nell’immediatezza l’azzeramento dell’attuale classe politica, che tutela solo gli interessi particolari di pochissimi. Gli scandali ai quali assistiamo, ogni giorno, l’ultimo dei quali riguarda le vecchie e nuove baronie universitarie, rappresentano solo l’ultimo esempio di questa democrazia malata che occorre modificare al più presto. Si sta parlando sui quotidiani che appartengono ai poteri forti di nuova legge elettorale e di Ius soli con un unico scopo: perdere tempo ed assicurare ai soliti privilegiati i vantaggi ben noti.

Infine, il direttore di Repubblica Mario Calabresi, in un editoriale dell’altro giorno, non fa che lodare i provvedimenti del governo di centrosinistra, attribuendo la responsabilità del disastro economico e sociale nel quale vivono gli italiani a quelle persone che etichetta come populisti e razzisti, che cercano di togliere la testa dalla sabbia e intendono reagire a una situazione reale, che è quella descritta e certificata, coraggiosamente, dal giornalista Di Mare, non quella falsamente propagandata dal ministro Padoan. Urlare “vergogna” è veramente riduttivo!

Aggiornato il 30 settembre 2017 alle ore 10:36