Del Turco assolto per l’associazione a delinquere

Nella complessa vicenda processuale relativa alla cosiddetta sanitopoli in Abruzzo per l’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco cade l’accusa di associazione per delinquere. La Corte d’appello di Perugia lo ha infatti assolto “perché il fatto non sussiste” dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio questa parte della sentenza dei giudici di secondo grado dell’Aquila. Di conseguenza, i giudici hanno ridotto da quattro anni e due mesi a tre anni e 11 mesi la pena relativa all’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, reato già confermato dai Supremi giudici. La difesa di Del Turco si prepara comunque a chiedere la revisione del processo che ha portato alla condanna. “Siamo ancora molto amareggiati - ha sottolineato l’avvocato Giandomenico Caiazza - per la decisione già presa dalla Cassazione di confermare, dopo che siamo stati assolti da 24 dazioni, la condanna per le residue quattro. Certamente non ci fermiamo qui, forti anche del risultato di Perugia. E sono sicuro che avremo soddisfazione come l’abbiamo avuta oggi”.

Il legale ha al tempo stesso annunciato ricorso in Cassazione contro la determinazione della pena che comunque anche se divenisse definitiva sarebbe scontata dall’ex governatore con misure alternative al carcere. Nell’udienza strettamente tecnica di ieri, il sostituto procuratore generale Giuliano Mignini aveva chiesto lui stesso l’assoluzione di Del Turco e degli altri imputati. Ritenendo che non ci fosse stato un sodalizio illecito a gestire la sanità abruzzese durante la sua presidenza. Richiesta accolta dalla Corte che ha assolto Del Turco, non presente in aula al momento della lettura del dispositivo, Camillo Cesarone, ex capogruppo della Margherita in Consiglio regionale, e Lamberto Quarta, ex segretario generale della Presidenza della Giunta regionale. L’inchiesta dal quale è scaturito il processo aveva riguardato presunte tangenti nella sanità privata abruzzese e nel luglio del 2008 aveva travolto la Giunta regionale portando alle elezioni anticipate. Coinvolse infatti l’allora presidente, del centrosinistra, assessori, consiglieri regionali e manager pubblici e privati. Testimone chiave dell’accusa l’ex patron della sanità privata abruzzese Vincenzo Maria Agelini. “È caduto l’ennesimo pezzo della ‘famosa’ montagna schiacciante di prove” il commento dell’avvocato Caiazza dopo la sentenza di Perugia. Il legale considerava infatti l’accusa “l’architrave” della vicenda. “Non c’ è stata - ha sottolineato il difensore di Del Turco - alcuna associazione per delinquere che si era impossessata della Regione Abruzzo pur essendo stata quella giunta defenestrata da questa iniziativa giudiziaria”.

Aggiornato il 28 settembre 2017 alle ore 15:11