Legge elettorale: l’Abc del Rosatellum 2.0

Poco più di un terzo dei deputati (231) eletti in collegi uninominali maggioritari, in cui i partiti si coalizzano, e gli altri in modo proporzionale in listini bloccati di due-quattro nomi. Questo l’impianto del Rosatellum 2.0, il testo di legge elettorale che il relatore Emanuele Fiano ha presentato in Commissione Affari costituzionali.

- COLLEGI MAGGIORITARI: saranno 231 collegi, pari al 36 per cento dei seggi della Camera. I partiti per sostenere un comune candidato potranno dar vita a coalizioni nazionali (non circoscrizionali). Per esse la soglia sarà del 10 per cento.

- PROPORZIONALE: dei restanti 399 deputati, 12 continueranno ad essere eletti nelle Circoscrizioni Estere, con metodo proporzionale. In Italia un deputato è eletto in Valle d’Aosta in un collegio uninominale; I restanti 386 deputati saranno eletti con metodo proporzionale in listini bloccati di 2-4 nomi. Il testo delega il governo a definire questi collegi plurinominali, che potrebbero essere tra i 70 e i 77. Le Circoscrizioni, importanti per il recupero dei resti, saranno 28 (una per Regione, 4 in Lombardia, 2 in Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sicilia).

- SOGLIA: la soglia sarà al 3 per cento sia alla Camera che al Senato, sia per i partiti che si coalizzano che per quelli che corrono da soli. Le preferenze date a un partito che non superi il 3 per cento sono ripartite tra gli altri della coalizione: unico requisito è quello che il partito in questione superi l’uno per cento.

- SENATO: i 315 seggi sono assegnati grazie a 103 collegi uninominali maggioritari (il Molise e la Valle d’Aosta costituiscono due collegi); 206 con metodo proporzionale in 206 collegi plurinominali. Sei all’estero con il proporzionale.

- UNA SCHEDA, VOTO UNICO: differentemente dal “Mattarellum”, in cui c’erano due schede, una per il collegio ed una per il listino proporzionale, con la possibilità di un voto disgiunto, qui avremo una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono e dai listini corrispondenti. Barrando sul simbolo del partito il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale.

- PLURICANDIDATURE: ci si può candidare fino a tre collegi plurinominali proporzionali, nonché in un collegio uninominale e in tre plurinominali proporzionali.

- QUOTE DI GENERE: in ogni coalizione nessuno dei due generi può superare la quota del 60 per cento nei collegi uninominali a livello nazionale. La stessa quota è prevista per i partiti per ciò che riguarda i capilista dei listini proporzionali.

- SCORPORO: non è previsto lo scorporo come nel “Mattarellum”. È un meccanismo che sottrae ai voti ottenuti da un partito nel proporzionale quelli ottenuti dai propri candidati eletti nei collegi della circoscrizione.

- TRENTINO-ALTO ADIGE: rimane il testo come modificato dall’emendamento Fraccaro-Biancofiore, votato a scrutinio segreto l’8 giugno: Sei collegi uninominali e cinque proporzionali.

- CAPO PARTITO: è previsto che ogni partito indichi, insieme al contrassegno, il proprio programma e il proprio “capo”. Non è invece necessario che le eventuali coalizioni indichino il proprio “capo”, che sarebbe il candidato premier.

Aggiornato il 22 settembre 2017 alle ore 11:43