Ondate di demagogia elettorale

I cittadini più attenti a ciò che accade nel mondo della politica si saranno accorti che la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, iniziata con ampio anticipo, è partita all’insegna di una demagogia senza precedenti. Volano promesse di ricchi benefici per tutti come foglie secche d’autunno praticamente in ogni ambito del cosiddetto arco costituzionale. Persino dalle parti del Governo, seppur con inevitabile maggior cautela, la tentazione di prospettare pioggerelline di pasti gratis sembra giocare un ruolo determinante.

In una china iniziata alcuni lustri addietro, decisamente inaspritasi con la prepotente irruzione del Movimento Cinque Stelle nel panorama politico nazionale, la democrazia italiana sta raggiungendo vette inviolate di retorica a buon mercato, nella quale i venditori di pentole di tutti i gli orientamenti la fanno da padroni. E, dato che chi fa politica non viene da Marte o da Plutone, essendo una sostanziale emanazione del tessuto sociale e culturale a cui esso appartiene, è evidente che tutto questo costituisce una naturale tendenza insita nella collettività italiana.

In questo quadro, apparentemente desolante, tuttavia, c’è da fare un’importante distinzione rispetto al recente passato. Distinzione legata, a meno di sempre più improbabili modifiche nella legge elettorale in “zona Cesarini”, al sistema di impianto proporzionale con il quale saremo chiamati alle urne.

Ciò, in estrema sintesi, determina due importanti effetti: l’ordine sparso con il quale i partiti si presenteranno agli elettori e, di conseguenza, la chiara consapevolezza che nessuno otterrà i voti necessari per governare da solo. Da qui, al pari di quello che accadeva durante la tanto bistrattata Prima Repubblica, la formazione di eventuali esecutivi di coalizione all’indomani del voto. Ed è proprio questo decisivo spartiacque tra il prima e il dopo che spinge ancor più gli attori sulla scena politica a premere sull’acceleratore delle promesse stile “Panem et circenses”. Ben sapendo che i giochi veri si realizzeranno sùbito dopo che si sarà completato lo spoglio delle schede elettorali. Così, i partiti in lizza, fanno a gara nello spararla più grossa, con l’unico intento di rendersi attrattivi presso la loro base popolare di riferimento. Il resto sono solo chiacchiere al vento.

Aggiornato il 18 settembre 2017 alle ore 22:38