Mdp prova a ricucire con Pisapia dopo l’abbraccio “proibito”

Mdp prova ad archiviare la tensione con Giuliano Pisapia dopo l’abbraccio tra l’ex sindaco e Maria Elena Boschi alla festa dell’Unità. “Propaganda messa in giro ad arte, sciocchezze”, taglia corto Roberto Speranza che oggi a Roma dovrebbe incontrare il leader di Campo Progressista. Ma, al netto delle polemiche, la strada è ancora lunga e le diffidenze reciproche non mancano. Per gli ex dem, il dialogo, ribadisce Pier Luigi Bersani, con il Pd è possibile “solo se cambia radicalmente”, discontinuità chiesta anche da Pisapia che però torna ad avvertire sul rischio di chiudersi “in un partitino del 3 per cento” in una riedizione del “fallimento della lista Arcobaleno”.

Se a Mdp serve una riunione ad hoc per mettere la parola fine all’incidente con Pisapia, che ha causato l’irritazione dei militanti sui social e di qualche dirigente di sinistra, al Pd l’abbraccio tra l’ex sindaco e la sottosegretaria, simbolo del renzismo, piace parecchio: sia perché ha creato malumori tra gli ex dem sia perchè Matteo Renzi non dispera fino alla fine di “abbracciare” Pisapia nel Pd. Ma il leader di Campo Progressista tiene il punto: “Il popolo del Pd non sarà mai mio nemico, ma con l’attuale Pd che si ritiene autosufficiente e con un sistema elettorale proporzionale alle elezioni, è evidente ci sarà competizione”.

Un’allusione alla necessita di una legge elettorale che favorisca le coalizioni che subito viene raccolta dalla minoranza dem con gli orlandiani in pressing sul Nazareno per riaprire quanto prima un confronto. In realtà tutti sono consapevoli che fino a settembre non si riaprirà nessun serio ragionamento tra i partiti ma chi vuole costruire ponti tra il Pd e l’area alla sua sinistra punta a tenere caldo il tema per evitare un ritorno al voto con un sistema puramente proporzionale. Ma prima delle elezioni politiche, incombe un altro test che già M5S ha politicizzato a livello nazionale: le regionali di novembre in Sicilia. E anche nell’isola il futuro del centrosinistra non lascia ben pensare.

“Ragioniamo in discontinuità a livello nazionale e regionale con le politiche che il Pd ha condotto fin qui: questo è l’asse politico”, chiarisce Bersani, oggi a Palermo, dove anche il rieletto sindaco Leoluca Orlando non sembra guardare al Pd. Una grana non da poco per Renzi a maggior ragione dopo il niet ufficiale del presidente del Senato Pietro Grasso a candidarsi. E anche per il premier Paolo Gentiloni visto che il voto in Sicilia sarà in parallelo con la discussione della legge di bilancio. Mdp attende alla finestra per decidere se smarcarsi dalla maggioranza sulla manovra con rischi altissimi al Senato. “Gentiloni ha cambiato stile - avverte Bersani - ma di sostanza nuova io purtroppo ne ho vista ancora poca. Speriamo nei prossimi mesi”.

Aggiornato il 25 luglio 2017 alle ore 10:41