Mattarella: per crescere più riforme e meno debito

La ripresa è agganciata. Ora bisogna fare “sistema” per consolidarla. E se all’estero vanno contrastate le spinte protezioniste e i nazionalismi usati “come clave nella’arena”, in Italia non si può correre il rischio di perdere il treno della crescita rallentando proprio alla vigilia di una manovra finanziaria decisiva. Sergio Mattarella, ieri alla Farnesina, non entra direttamente nel dibattito politico ma le fibrillazioni estive che investono il Governo non vengono sottovalutate al Quirinale. Dove, discretamente, si lavora per raffreddare pulsioni agostane di crisi. Ma nell’affollata platea degli ambasciatori le sue parole vengono lette come un invito a far capire all’estero quanto il sistema-Italia sia vivo e, soprattutto, a diffondere il verbo che il Governo è saldo e lo sarà fino a Legge di stabilità firmata. Il presidente della Repubblica parte da lontano nella sua analisi dedicata ai diplomatici interpretando dati economici finalmente in salita: “Dopo anni di crisi economica e di stagnazione, grazie ad uno sforzo congiunto che - sottolinea non a caso - ha fatto leva, prima di tutto, sui sacrifici degli italiani, il Paese ha registrato una graduale inversione di tendenza che si è rafforzata nel tempo e che ha assunto, negli ultimi mesi, un ritmo finalmente più consistente”. Sarebbe un delitto, ragiona Mattarella, fermarsi adesso. Dividersi quando la fine naturale della legislatura è dietro l’angolo ed è dimostrato quanto le riforme siano necessarie per rimanere in gara. E sull’agenda delle forze politiche, è bene ricordarlo, è scritta in rossa quella riforma della legge elettorale che il capo dello Stato ha chiesto da tempo, a gran voce. Quindi ecco il percorso da seguire, semplice seppur faticoso per tutti.

“Così è accaduto - premette - nell’ambito del confronto relativo alla governance economica, che ci ha allontanato da una situazione di pesante squilibrio dei conti pubblici e ci ha permesso di usufruire di una flessibilità che ha contribuito alla ripresa degli ultimi tempi. La strada quindi è quella di un sano equilibrio tra riforme e riduzione del debito, consapevoli del rapporto esistente tra risanamento e crescita”. Fin qui la politica economica. Ma il presidente ai diplomatici ha ribadito qual è la “mission” dell’Italia in un pianeta sempre più in preda a chiusure e paure. “Il mondo di oggi non può essere considerato un’arena nella quale siano in brutale competizione sovranità impugnate come clave in una logica di antagonismo o addirittura di scontro”. Anzi, ha concluso, “i problemi hanno una dimensione naturale che travalica le capacità persino dei Paesi economicamente -o militarmente più forti. In tal senso l’antistorico richiamo alla autosufficienza rappresenta uno schermo che si rivelerebbe tanto illusorio quanto fragile”.

Aggiornato il 25 luglio 2017 alle ore 11:12