Un Paese in fumo

Lo scenario dantesco di un’Italia che per via di quattro criminali, delinquenti va a fuoco e perde purtroppo centinaia di ettari boschivi, è emblematico.

Le scene apocalittiche che in questi giorni passano, infatti, sui nostri occhi, di un Paese in fumo dal Nord al Sud, per paradosso triste rappresentano il dileguarsi progressivo di tante cose. Qui non si tratta solo delle mani folli e delittuose che consapevolmente fanno scempio della natura, si tratta anche della trascuratezza con cui ci si atteggia alla difesa dei patrimoni del Paese. Va da sé, infatti, che se poco si può fare per ridurre a zero ogni criminalità molto di più si potrebbe per la prevenzione, la cura e il controllo del territorio. Del resto basterebbe censire lo stato dei tanti, tantissimi polmoni verdi che la provvidenza ha regalato all’Italia, per capire meglio.

A partire dai grandi parchi urbani, dalle monumentali pinete marittime, dalle enormi riserve boschive e naturali, il livello di degrado e trascuratezza è evidente. Per non parlare di quanto in questi ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione incontrollata abbia portato alla nascita di accampamenti, favelas, bidonville, nelle aree verdi urbane e extraurbane. Parliamo insomma di tutta una serie di combinati disposti che sommati agli uni agli altri non producono che rischio e pericolo.

Siamo sempre lì, cari amici, in Italia troppe risorse vanno in fumo per quel che non serve e troppo poche o peggio, niente, ne restano perciò che servirebbe a partire dalla prevenzione. La cura, la tutela e la prevenzione dei patrimoni naturalistici, come quelli storici e artistici rappresenterebbe, infatti, la prima e più importante barriera agli scempi di ogni genere. Eppure la risposta della politica è sempre la stessa “non ci sono le risorse”, mancano i soldi e perché mancano? Mancano perché vengono dissipati nell’oceano di sprechi, sperperi, ruberie, scandali, costi e privilegi di Stato, che ci hanno letteralmente dissanguati. Parliamo di quella immensità di miliardi per sostenere una macchina pubblica colabrodo e inefficiente, per pagare e mantenere una burocrazia inutile e controproducente.

Parliamo di enti e aziende inutili, di pensioni d’oro, di superstipendi di Stato, di finanziamenti allegri, di vantaggi vergognosi, accordati a questa o a quella casta. Parliamo insomma di quel che si continua a pagare sottraendo risorse al bene collettivo e alle equità sociale. E mentre tutto continua così, i giovani se ne vanno e gli anziani che possono pure, i servizi pubblici si sgretolano, la fiscalità è ossessiva, la giustizia non funziona e l’insicurezza sociale cresce sempre. Ecco perché diciamo che per metafora il Paese va in fumo ogni giorno di più e ogni giorno di più crescono i problemi, i guai e le difficoltà collettive.

È il sistema Paese che sta evaporando, sfuggendo di mano a una classe politica e dirigente miope, incapace, egoista e opportunista. Ecco perché serve un’alternativa di Governo in grado di riscrivere l’Italia, di ridisegnare la spina dorsale della democrazia, dei diritti e delle libertà nazionali e individuali. Solo così potrà esserci futuro e solo così l’Italia potrà riconquistare il ruolo che merita, a partire dall’Europa. Solo così al posto del fumo potremo finalmente vedere l’azzurro e il  nitido di quella democrazia che meritiamo e che ci serve.

Aggiornato il 21 luglio 2017 alle ore 13:25